Trump chiama Xi Jinping: "Riconosco una sola Cina"
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Trump chiama Xi Jinping: "Riconosco una sola Cina"

Nella telefonata, che la Casa Bianca ha definito lunga e cordiale, i due leader hanno rotto un gelo che durava da tempo

Il presidente Usa Donald Trump e quello cinese Xi Jinping si sono invitati reciprocamente nei rispettivi Paesi nella telefonata che hanno avuto stasera, rompendo un lungo gelo. Lo rende noto la Casa Bianca. "I due leader hanno discusso numerosi argomenti e il presidente Trump, su richiesta del presidente Xi, ha concordato di onorare la nostra politica di 'una sola Cina'", riferisce la Casa Bianca in una nota.

I due leader "si impegneranno in discussioni e negoziazioni su varie questioni di reciproco interesse". La telefonata è stata "estremamente cordiale" e i due presidenti hanno espresso "i migliori auguri al popolo dell'altro Paese".

12 dicembre 2016
L'ultimo capitolo della strategia anti-distensiva con la Cina, Donald Trump lo ha "scritto" in un'intervista alla Fox News, nella quale ha spiegato che Pechino dovrà garantire concessioni sul commercio e su altri temi se vuole continuità nei rapporti con Washington. "Non voglio che la Cina mi dica cosa fare - ha affermato Trump, non so perché dovremmo essere legati alla politica di 'una sola Cina' a meno che non ci siano accordi con Pechino su altre cose, tra cui il commercio".

Trump ha anche ribadito di non volersi scusare per la telefonata con la presidente di Taiwan: lei "mi ha chiamato, non sta alla Cina dettarmi se posso accettare una chiamata".

Rimettere in discussione la politica in questione rappresenterebbe una rottura rispetto alla linea bi-partisan degli ultimi 40 anni avviata proprio da un presidente repubblicano, Richard Nixon, con la visita a Pechino e l'incontro con Mao-Zedong del 1971.

Nel 1979 gli Usa ruppero le relazioni diplomatiche con Taiwan: di Cina poteva essercene una sola e si riconosceva che era la Repubblica Popolare governata dai comunisti. Washington ha continuato ad armare a garantire la difesa di Taiwan, ma l'ambasciata a Taipei è stata sostituita da un "ufficio commerciale" e il principio "una sola Cina" non e' mai stato rimesso in discussione neppure dopo il massacro di Piazza Tienanmen nel 1989.

La settimana scorsa un'altra ondata di attacchi erano partiti dall'account Twitter del presidente: "La Cina ci ha mai chiesto se fosse OK per noi che svalutassero la loro moneta (rendendo più difficile la competitività delle nostre aziende), tassare pesantemente i nostri prodotti nel loro Paese, o costruire un grande complesso militare nel mezzo del mar della Cina? Io non credo proprio!".

Sebbene sia per il momento manifestato per via indiretta tramite social e media, questo atteggiamento sta provocando un certo malumore tra i vertici politici cinesi, e anche i mercati internazionali cominciano a preoccuparsi temendo pesanti ripercussioni.

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Redazione