Grecia: Strauss-Kahn dà ragione a Varoufakis
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Grecia: Strauss-Kahn dà ragione a Varoufakis

Una lettera dell'ex direttore Fmi sul blog dell'ex ministro. Obiettivo: costruire un raggruppamento di intellettuali radicali e filoeuropei

Un'accorata lettera aperta al popolo tedesco e una frase, «Varoufakis ha ragione», che potrebbe suonare surreale se a scriverla è l'ex potente direttore del Fondo Monetario Internazionale dal 2007 al 2011. Ma Dominique Strauss Kahn, prima che  lo squillo-gate gli stroncasse definitivamente la carriera, costrigendolo a ritirarsi dalla corsa all'Eliseo, è sempre stato così: un uomo arguto e anticonformista, capace di «ragionamenti lunghi» così apparentemente dissonanti dal basso profilo funzionariale degli attuali padroni del vapore europeo.

«Cari amici tedeschi» - ha scritto DSK nella sua lettera aperta ospitata sul blog personale dell'ex ministro delle Finanze ellenico - «le condizioni dell’accordo sono allarmanti per chi crede nel futuro dell’Europa. Quello che è successo nello scorso weekend è stato per me profondamente dannoso, se non un colpo mortale».

«Europa è Michelangelo, Shakespeare, Cartesio, Beethoven, Marx, Freud, Picasso. Sono loro che ci hanno insegnato le basi condivise, l’equilibrio tra uomo e natura, religioso e secolare, fede e scienza, individuo e comunità. È grazie a questa eredità, perché è così radicata nel nostro essere collettivo, e perché continua a nutrire i risultati che abbiamo raggiunto, che siamo riusciti a porre fine alle nostre interne guerre territoriali», esordisce DSK, già candidato all'Eliseo del Partito socialista francese fino allo scoppio dello squillogate dietro al quale molti vollero vedere un «complotto» di pezzi dei servizi segreti americani.

Non che DSK nasconda gli errori del governo greco. Ma il punto, per l'ex direttore del Fmi, è il futuro dell'Europa, la sua fragilità sacrificata - in occasione del negoziato tra Atene e i creditori internazionali - sull'altare degli egoismi nazionali in questa Europa a guida germanica. «Che il dilettantismo del governo greco e la relativa inazione dei suoi predecessori siano andati oltre il consentito, lo accetto. Che la coalizione di creditori guidata dalla Germania fosse esasperata dalla situazione creatisi, lo capisco. Ma questi leader politici sembravano troppo scaltri nel voler cogliere l’opportunità di una vittoria ideologica su un governo di estrema sinistra al costo di frammentare l’Unione. Perchè è di questo che stiamo parlando».


Preferendo umiliare un popolo perché incapace di riformarsi, e mettendo i rancori (per quanto giustificati) prima dei progetti per il futuro, stiamo dando le spalle a quello che l’Europa dovrebbe essere

UN'ALTRA EUROPA
Il punto per DSK è che c'è bisogno, nell'attuale fase del capitalismo, di un'Europa che continui a «modellare la Storia» andando oltre il rigido rispetto delle regole e e della disciplina di  «un'unione monetaria imperfetta forgiata su un accordo ambiguo tra Francia e Germania». E - aggiunge DSK «non ditemi che vi aspettate di salvare l’Europa solamente imponendo regole di corretta amministrazione». C'è bisogno di un'altra Europa, continua l'ex direttore del Fmi, capace di riprendere il suo ruolo nello scacchiere mondiale, capace di superare gli egoismi nazionali di cui l'affaire greco ha dato ampia dimostrazione. «Nel contare i nostri miliardi invece di usarli per costruire, nel rifiutare l’accettazione di una pur ovvia perdita posticipando costantemente qualunque impegno nel ridurre il debito, preferendo umiliare un popolo perché incapace di riformarsi, e mettendo i rancori (per quanto giustificati) prima dei progetti per il futuro, stiamo dando le spalle a quello che l’Europa dovrebbe essere...Stiamo spendendo tutte le nostre energie sulle lotte intestine e correndo il rischio di innescare una rottura».

IL PARTITO VAROUFAKIS-DSK
L'assist che DSK ha fornito alla tesi della necessità di un drastico taglio del debito greco su cui aveva insistito, inizialmente inascoltato, Yanis Varoufakis (che oggi scrive un editoriale sul Corriere della Sera facendo il punto sull'accordo tra Tsipras e i creditori)  dovrebbe essere in realtà il primo passo verso la formazione di una lobby-partito  con ambizioni europee più ancora che nazionali, di sinistra, radicale intransigente al quale stanno lavorando lo stesso Varoufakis, DSK e altri eminenti personalità del mondo accademico critici con un'idea solo burocratica e monetaria del vecchio continente. «Ma non una formazione biecamente marxista-leninista», ha precisato Jean-Paul Fitoussi, anche lui della partita, legato a Strauss-Kahn dall'insegnamento nella parigina SciencesPo, nonché tra i più stimati economisti neokeynesiani. Un esperimento politico, nato dal sodalizio scientifico-politico tra Varoufakis e Strauss Kahn, che mirerebbe a costruire un think tank-partito  filo-europeo ma fortemente critico con l'impostazione germanocentrica che può contare sull'adesione informale di grandi economisti americani, come James Galbraith e Joseph Stiglitz, quest'ultimo già scritturato da Tsipras per un lavoro di consulenza a favore del governo di Atene.

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