Charlie Hebdo, il teologo islamico: "Inaccettabile vomitare odio in nome di Dio"
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Charlie Hebdo, il teologo islamico: "Inaccettabile vomitare odio in nome di Dio"

Parla Ghaleb Bencheick, scienziato franco-algerino a capo della Conferenza mondiale delle religioni per la pace

Mentre la Francia è ancora sotto shock per la strage alla rivista satirica Charlie Hebdo che ha lasciato sul terreno 12 vittime, prosegue l'incredibile caccia all'uomo della polizia francese per catturare i due fratelli Kouachi, che secondo il governo sono i principali sospettati del massacro del 7 gennaio a Parigi. I due terroristi sono stati localizzati a nord della capitale francese, e - secondo le ultime notizie - si sono asserragliati dentro una fabbrica e hanno preso in ostaggio una donna, dichiarando di voler morire da martiri. Le forze di polizia francesi sono impegnate nel negoziato per assicurare i due uomini alla Giustizia. I francesi chiedono di vedere alla sbarra gli autori del massacro di Charlie Hebdo e il presidente François Hollande ha assicurato che così sarà. Ma, intanto, l'operazione di cattura non si è ancora conclusa.

La strage di Parigi colpisce al cuore una Francia dove risiedono più di 5 milioni di musulmani. La principale preoccupazione, adesso, è che le tensioni sociali interreligiose possano esplodere ferocemente. Non è un caso che tra i primi comunicati di condanna dell'attentato del 7 gennaio ci sia quello dell'APEMA (l'associazione della stampa eruopea per il mondo arabo), che ha duramente condannato la strage di Charlie Hebdo perpetrata in nome di Allah da tre uomini incappucciati e armati di kalashnikov. Panorama.it ha chiesto a Ghaleb Bencheikh qual è la situazione in Francia e come il mondo musulmano può combattere l'estremismo. Ghaleb Bencheikh è uno scienziato franco-algerino e un teologo islamico. Presidente della Conferenza mondiale delle religioni per la pace, figlio dell'ex rettore della Grande moschea di Parigi e fratello dell'ex muftì di Marsiglia.  

Ghaleb Bencheikh, qual è il clima che si respira in Francia e nella comunità islamica dopo il vergognoso attentato alla rivista Charlie Hebdo?

L'aria che si respira in Francia sembra inquinata, è irrespirabile. C'è molto diffidenza. Nonostante ciò ci sono cittadini di buona volontà che non vogliono accettare questa situazione come una realtà. Continuano a testimoniare la loro voglia di costruire una nazione in comune, solidale e fraterna.

Lei è uno scienziato e un islamista di chiara fama. Come può l'islam moderato mettere alle strette l'islam fondamentalista? Le condanne subito dopo tragici attentati non sembrano fermare la furia dei terroristi

Ha ragione, condannare solamente non può rappresentare una diga alla follia terroristica. E non è dichiarando che l'Islam "è la pace" che potremo far credere ai non musulmani che questa è una realtà. Prima, però, vorrei dire che non opporrei l'Islam moderato e l'Islam fondamentalista. Se c'è una distinzione quella è tra l'Islam tout court e il fondamentalismo. Perché l'epiteto "moderato" non ha più nessun senso al giorno d'oggi; c'è sempre qualcuno più radicale di "noi". Ora, per estirpare i germi dell'estremismo della religione islamica, diciamo che i cantieri sono titanici. Dovremo uscire dai limiti dogmatici, affrancarci dalle chiusure dottrinali e far sciogliere i ghiacci ideologici. Moltissimi musulmani patiscono una religiosità alienante. È tempo di riconsiderare la"ragione religiosa"e di finirla con il pensiero "magico". Dobbiamo anche saper trasgredire i tabù creati da una costruzione umana d'attori sociali nel corso della storia. È ora di tornare a quell'umanesimo d'espressione araba che storicamente ha dominato il contesto islamico, e che è stato dimenticato, cancellato e totalmente occultato. È questo umanesimo che ha appianato una civiltà imperiale a beneficio di quella di palazzo. Topkapi, l'Alhambra, l'Alcazar è il Taj Mahal ne sono i testimoni e sfidano l'eternità. Le parole chiave sono: educazione, istruzione, acquisto di sapere, apertura sul mondo, amore per la bellezza e per i suoi valori. E' necessario impegnarsi per indirizzare la fede verso studi che stabiliscano la conoscenza. Tutto il lavoro per disconnettere la politica e la religione deve essere fatto tenendo in mente che la libertà è un valore fondamentale, solo così la violenza potrà essere desacralizzata. Il cantiere è immenso. Il fanatismo è la religione senza cultura. L'estremismo è la religiosità senza elevazione spirituale. 

In Italia il terrorismo delle Brigate Rosse negli anni '70 è stato battuto quando il Partito Comunista ha duramente condannato le Brigate Rosse, mettendole alla porta come "elemento alieno". Crede sia possibile seguire questa strada anche all'interno del mondo musulmano?

L'assenza di una autorità centrale e di una struttura clericale è sempre stata percepita come une fonte di felicità incommensurabile. La relazione con Dio è ex abrupto, non è diretta. Non necessita dell'intercessione di nessun mediatore e ogni musulmano è vescovo della sua propia chiesa. Ma, purtroppo oggi ci sono pazzi criminali che hanno derubato questa tradizione e confiscato questa religione. Gli pseudo Savonarola dei tempi moderni parlano più forte, anzi gridano più forte degli altri per farsi sentire. Penso, quindi, che sia necessario istituire un magistero. Speriamo che le società educate, libere e affrancate da qualsiasi affiliazione politica possano avere un ascendente morale su i fedeli e possano scongiurare le ombre malefiche del fanatismo e dell'estremismo .

Da musulmano, cosa ha provato sentendo gridare "Allah Akhbar" mentre veniva commesso un atroce attentato? 

Non è assolutamente accettabile che si possa vomitare odio in nome di Dio. Non possiamo e non dobbiamo nasconderci dietro un ideale religioso per seminare caos e versare sangue. Non si può pretendere di amare Dio e di dedicargli un culto puro e sincero senza tradurlo in atti concreti per l'uomo, icona e vicario di Dio sulla terra. Amare Dio è amare gli uomini. Adorare Dio è essere al servizio dell'umanità. Il Dio di amore, di bontà e di misericordia che io adoro è stato schernito, dissacrato da quella ignominia. La rivelazione dell'origine era tutta dedicata alla generosità ed è stata pervertita, infangata da criminali. Mi sento ferito. Ma non è una ragione per abdicare. Continuerò a testimoniare l'indistruttibile speranza che presto si avveri un'era promessa di pace e di armonia fra gli essere umani.

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Anna Mazzone