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La storia di Chelsea Manning: da militare Usa a candidata per il Senato

Nel 2013 è stata condannata per aver consegnato segreti militari a Wikileaks, prima della sentenza si chiamava Bradley

Chelsea Manning, l'ex militare Usa condannata a 35 anni di prigione nel 2013 per aver rivelato segreti militari a Wikileaks, ha presentato i documenti necessari per candidarsi al Senato nel Maryland. Nel 2013 la sua storia aveva fatto il giro del mondo: dopo la pena aveva sorpreso tutti con il suo coming out cambiando il nome da Bradley a Chelsea e iniziando una cura ormonale.

Le rivelazioni

Nel 2013 il militare americano Bradley Manning consegna a Wikileaks documenti secretati che riguardano l'occupazione americana in Iraq. Tra questi c'è anche il video Collateral murder in cui due elicotteri Apache statunitensi uccidono 12 civili disarmati. Manning viene immediatamente arrestato e trasferito nel carcere militare di Quantico, in Virginia. 

La condanna

Il 21 agosto del 2013 Bradley Manning viene condannato a 35 anni di carcere per diffusione di notizie coperte da segreto e possesso di software non autorizzati. Dopo aver scontato 7 dei 35 anni di reclusione il 17 gennaio 2017 la sua pena viene ridotta dal presidente uscente degli Stati Uniti Barack Obama. Il 17 maggio 2017 Manning torna così in libertà.

Il coming out

Dopo la condanna Bradley Manning rende noto di non riconoscersi più nel genere maschile e di avere una percezione di sé femminile. Inizia così un trattamento ormonale per il cambio di genere e sceglie il suo nuovo nome: Chelsea Elizabeth.

La candidatura

A gennaio 2018 la Manning annuncia con un video la sua candidatura al Senato del Maryland per il Partito Democratico. L'elezione sembra però una missione non facile: nello Stato americano è infatti saldamente al comando Ben Cardin, democratico eletto nel 2007 e tutt'ora in carica.

Per saperne di più

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Mark Wilson/Getty Images
Bradley Manning durante il processo per alto tradimento durante il quale è stato condannato a 35 anni di carcere - 15 gennaio 2018

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Matteo Politanò