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Stato di emergenza alle Maldive, interviene la Farnesina

Il ministero degli Esteri italiano, dopo il ritrovamento di armi nell'arcipelago dell'Oceano indiano, chiede agli italiani di posticipare i viaggi a Malè

Lo stato di emergenza, proclamato dal presidente delle Maldive «alla luce di una serie di minacce alla sicurezza nazionale che sono emerse la scorsa settimana», e conseguente al ritrovamento di una «una grande quantità di armi e munizioni in due aree dell’arcipelago», ha spinto la Farnesina a chiedere agli italiani di «posticipare temporaneamente viaggi nella capitale Malè ed in altre isole al di fuori di quelle che ospitano i resort», evitando «manifestazioni ed assembramenti». Benché il governo delle Maldive sostenga che l’arcipelago «è sicuro per i turisti», questa decisione cade in un momento di forte tensione politica nell'arcipelago dell'Oceano indiano, dopo l’arresto del vicepresidente Ahmed Adeeb accusato di essere coinvolto nell’esplosione di un ordigno sul motoscafo presidenziale il 28 settembre e la sospensione dei diritti civili e della libertà di movimento, per tutta la durata dello stato di emergenza.

LA VERSIONE DEGLI USA
L'Fbi ritiene che non vi siano prove a carico del vicepresidente maldiviano e gli Stati Uniti hanno avanzato al governo maldiviano l'invito a revocare lo stato di emrgenza «che sospende le libertà civili e i diritti fondamentali, come la libertà di associazione e di movimento, oltre a privare i cittadini di garanzie contro la detenzione arbitraria e le violazioni della privacy». Nelle carceri maldiviane c'è ancora ex presidente Mohamed Nasheed, definito il `Mandela delle Maldive´ che è stato condannato a 13 anni di carcere, per ragioni politiche, nel 2012. L'impatto della crisi politica maldiviana sul turismo, unica fonte di sostentamento e di acquisizione di valuta forte, è per ora difficilmente quantificabile. Ma non vi sono dubbi che ci sarà.  

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