Gaza: i 1.000 americani che combattono per Israele
Il funerale di un soldato israeliano (Getty Imagines/ Gali Tibbon)
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Gaza: i 1.000 americani che combattono per Israele

Max Steinberg e Nissim Sean Carneli erano due cittadini degli Usa arruolati nell'esercito israeliano. Sono morti combattendo contro Hamas

Max Steinberg aveva due amori: le canzoni di Bob Marley e Israele. Per il secondo ha perso la vita. Lui, giovane americano di Los Angeles, è rimasto ucciso nella battaglia dei tunnel di Gaza, combattendo cotnro i milizani di Hamas.

Nissim Sean Carneli aveva 21 anni, un passaporto statunitense e la stessa grande passione per la Stella di David. Anche lui è morto. Nella stessa battaglia combattuta da Max. Questi due giovani americani sono stati tra le 13 vittime che l'esercito israeliano ha avuto nel primo grande scontro con le milizie palestinesi dopo l'inizio dell'operazione di terra a Gaza.

Migliaia di persone ai funerali

Ai funerali di Max Steinberg sul Monte Herlz c'erano 30.000 persone. Una folla che si è stretta attorno ai parenti arrivati dagli Usa. Anche John Kerry, il segretario di stato americano che si trovava in Israele per la sua spola diplomatica tra le parti alla ricerca di una soluzione della crisi, ha voluto consolare la famiglia.

Alle esequie di Nissim Sean Carneli hanno partecipato quasi 20.000 persone. Quando si è saputo saputo che il soldato caduto non aveva famiglia in Israele, migliaia di persone si sono mosse per stargli accanto. E'stato una sorta di ringraziamento collettivo nei confronti del giovane texano.

I due servivano da tempo sotto le armi in Israele. Nel 2012, Max era stato per un viaggio di qualche settimana a Gerusalemme e quando era tornato a Los Angeles aveva detto ai suoi: mi trasferirò là e mi arruolerò nell'esercito israeliano. Era stata la storia di Michael Levin a ispirarlo. Costui era un giovane americano di origine ebraiche che si era morto durante la seconda guerra del Libano, nel 2006.

I Lone Soldier

Era un Lone Soldier, come vengono chiamati nell'esercito israeliano i soldati che non hanno parenti in Israele. Anche Max voleva diventare un “Soldato Solitario”. E lo divenne. Così come fece Nissim che partì dalla sua natia South Padre Island in Texas per unirsi all'IDF (Israel Defense Force).

In totale ci sono circa 4.000 le persone non nate in Israele che servono sotto le armi a Gerusalemme. 1.000 di questi sono americani. Questo grazie a leggi speciali che permettono agli ebrei che provengono da altri paesi di unirsi alle forze armate israeliane. Ma non solo. Lo stato d'Israele è uno dei tre stati che permettono ai cittadini americani di diventare loro soldati. Gli altri due sono l'Australia e la Nuova Zelanda.

Volontari americani all'estero

Nella storia, molti giovani americani si sono dati volontari in diverse guerre. Prima che gli Usa entrassero nel primo conflitto mondiale, migliaia di persone si erano unite all'esercito canadese per combattere in Europa. Nella Guerra di Spagna, la Brigata Abramo Lincoln combattè contro i franchisti. Nel 1940, prima dell'attacco a Pearl Harbour, c'erano 6.000 americani nella Royal Canadian Air Force e 10.000 nell'esercito canadese.

Dal 1967, la Corte Suprema ha stabilito che arruolarsi in un altro esercito non vuol dire per forza perdere la cittadinanza e i diritti politici e civili negli States, basta che il volontario non presti servizio in un esercito impegnato in azioni ostili contro gli Usa.

Come abbiamo visto, la maggior parte dei volontari all'estero lo sono stati per motivi ideali: combattere il nazionalismo tedesco e il nazismo. Max e Nissim avevano una grande passione: Israele. Per questo avevano deciso di essere Lone Soldiers

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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