Stati Uniti: cosa cambia con il Freedom Act
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Stati Uniti: cosa cambia con il Freedom Act

Archiviato il Patriot Act, la nuova legge che limita la sorveglianza elettronica delle comunicazioni telefoniche da parte della NSA

“Felice che il Senato abbia approvato il Freedom Act. Protegge le libertà civili e la nostra sicurezza nazionale. Lo firmerò appena lo avrò”. A questo messaggio, twittato dal suo profilo nella serata del 2 giugno, poche ore dopo il presidente Barack Obama ha fatto seguire i fatti firmando il Freedom Act, la legge che limita le operazioni della National Security Agency (NSA) mettendo dei paletti alla sorveglianza elettronica delle comunicazioni telefoniche degli americani.

 Dopo l’approvazione bipartisan del mese scorso alla Camera, il 2 giugno c’è stato il passaggio decisivo in Senato, dove un’alleanza tra i democratici e un gruppo di repubblicani guidato dal candidato alle presidenziali del 2016 Raund Paul ha permesso di portare a compimento l’iter legislativo con 67 voti a favore e 32 contrari.

Dopo quattordici anni finisce così l’era del Pratiot Act, voluto dall’allora presidente George W. Bush per permettere alla NSA di avere il maggior numero di informazioni possibile per combattere il terrorismo internazionale e impedire nuovi attacchi negli Stati Uniti dopo quello alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Libera da ogni vincolo, in questi anni l’NSA ha potuto raccogliere a strascico e archiviare nei propri database i dati telefonici di milioni americani, come denunciato dalle rivelazioni del suo ex agente Edward Snowden.

 La fine del Patriot Act era nell’aria già dal 7 maggio scorso, quando una corte d’appello federale aveva definito illegale la raccolta di metadati (numeri di telefoni di chiamante e ricevente, durata delle conversazioni e altre informazioni grezze delle comunicazioni escluso il loro contenuto). Il vuoto causato poi dalla scadenza naturale della legge, prevista per il 31 maggio, è stato colmato adesso con l’approvazione del Freedom Act.

 

Cosa prevede il Freedom Act
Con l’introduzione del Freedom Act, vengono poste alla NSA rilevanti restrizioni per ciò che concerne la raccolta e l’archiviazione di dati ottenuti attraverso le intercettazioni telefoniche. In primis, viene accantonata la sezione 215 del Patriot Act, in base alla quale l’NSA aveva il potere di raccogliere i metadati. L’archiviazione dei tabulati telefonici deve essere svolta dalle aziende di telecomunicazioni. La loro consultazione da parte del governo deve essere vincolata all’autorizzazione di un giudice, il quale la rilascerà solo nel caso in cui verrà dimostrato un collegamento tra la richiesta di accesso ai dati e criteri specifici come il sospetto fondato di finalità terroristicho. Il vecchio Patriot Act non verrà dismesso da subito. Continuerà infatti a essere operativo per i prossimi sei mesi, periodo durante il quale verrà messa a punto la funzionalità del Freedom Act.

 

Le reazioni
Quella andata in scena al Senato è stata principalmente una sfida all’interno del fronte repubblicano, che ormai da mesi detiene la maggioranza in entrambe le camere del Congresso. A spuntarla alla fine è stato Rand Paul, candidato alla Casa Bianca per le elezioni del 2016. Portando avanti una battaglia a favore della tutela della privacy dei cittadini americani, Paul ha avuto la meglio sul capo della maggioranza repubblicana al Senato Mitch McConnell, il quale aveva tentato di ostacolare l’approvazione del Freedom Act presentando degli emendamenti che, se approvati, avrebbero riportato la legge alla Camera.

Così alla fine non è stato. Sorride Paul, che ottiene visibilità rafforzando la sua corsa alle prossime presidenziali. E sorride anche Barack Obama, che incassa una vittoria in nome della trasparenza a due anni dalle rivelazioni attraverso cui Snowden aveva tirato fuori, uno dopo l’altro, i tanti scheletri nascosti nell’armadio dell’intelligence americana.

 Commento positivo anche dai vertici di Microsfot. “Il voto da parte del Senato – ha spiegato il consulente generale Brad Smith a Reuters – contribuirà a ripristinare l’equilibrio tra la tutela della sicurezza pubblica e la privacy dei cittadini”. Bicchiere mezzo vuoto, invece, per l’American Civil Liberties Union. “L’approvazione del disegno di legge – ha affermato il responsabile legale dell’associazione Jameel Jaffer – dimostra che una riforma globale è possibile, ma ciò continua a non essere reso possibile”. Chiaro il riferimento al fatto che il Freedom Act riguarda solo le intercettazioni dei cittadini americani. Nel resto del mondo l’NSA potrà continuare a raccogliere informazioni come ha fatto finora.

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