Siria: il senso delle elezioni in un Paese in guerra
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Siria: il senso delle elezioni in un Paese in guerra

Mentre i combattimenti a sud di Aleppo provacano decine di morti, a Damasco si va alle urne. Per l'occidente e le opposizioni sarà un voto non valido

In Siria le forze lealiste sono tornate all'attacco a sud di Aleppo nel tentativo di riconquistare una località strategica sulla strada che collega la città del nord a Damasco, mentre domani sono in programma, solo nelle regioni sotto il controllo governativo, le elezioni legislative che secondo tutte le attese confermeranno un Parlamento fedele al presidente Bashar al Assad.

Tutto ciò mentre l'inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha fatto sosta a Teheran per colloqui con le autorità iraniane volti a dare nuovo impulso ai negoziati di Ginevra, che riprenderanno domani e che, secondo quanto da lui affermato, dovranno affrontare concretamente il nodo cruciale della "transizione" politica a Damasco.

Consultazioni valide?

Gli accordi tra le potenze regionali e internazionali, del resto, prevedono proprio la formazione di un governo di transizione, che dovrebbe guidare il Paese fino all'elaborazione di una nuova Costituzione, per andare a elezioni solo in seguito.

Per questo i governi occidentali e le opposizioni non ritengono valida la consultazione di domani, nella quale 3.500 candidati approvati dal governo sono in lizza per 250 posti da deputato. Anche perché ben un terzo del Paese è controllato dai jihadisti dell'Isis, più della metà della popolazione è sfollata e quasi 5 milioni di siriani sono fuggiti all'estero.

Fonti sul terreno riferiscono intanto che a sud di Aleppo proseguono intensi i combattimenti tra forze governative siriane, sostenute da Pasdaran iraniani e da Hezbollah libanesi, e miliziani delle opposizioni armate appoggiate dai qaedisti locali della Jabhat al-Nusra.

Conflitti in pieno corso

Le forze lealiste cercano di riprendere il villaggio di Tel el Eis, che all'inizio di aprile è stato conquistato da formazioni ribelli nonostante la cessazione delle ostilità, sponsorizzata dagli Usa e dalla Russia, formalmente in vigore dal 27 febbraio. A dispetto della tregua, decine di civili continuano a morire in "nuovi attacchi indiscriminati" compiuti da forze governative e dei ribelli, come ha denunciato in un rapporto Human Rights Watch (Hrw).

n particolare, l'organizzazione per i diritti umani segnala un bombardamento aereo governativo il 31 marzo su Deir al Assafir, nella provincia di Damasco, dove 31 persone, tra le quali 12 bambini, sono morte quando sono stati colpiti una scuola e un ospedale.

Negli ultimi giorni, invece, almeno 18 civili, tra cui sette bambini, sono stati uccisi nel quartiere controllato dalle milizie curde di Sheikh Makhsud, ad Aleppo, bombardato con razzi e mortai da gruppi ribelli.

Il ministero della Difesa di Mosca ha fatto nel frattempo sapere che la scorsa notte un elicottero Mi-28N delle forze aeree russe si è schiantato in nei pressi di Homs e che i due membri dell'equipaggio sono morti.

La stessa fonte aggiunge che dai primi rilievi pare che il mezzo non sia stato colpito da fuoco nemico. L'artiglieria turca, da parte sua, ha bombardato obiettivi dell'Isis nella zona di Azaz, nel nord della Siria, da cui erano stati sparati colpi di mortaio che avevano ferito otto persone nella provincia di confine turca di Kilis. (ANSA)

LOUAI BESHARA/AFP/Getty Images

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Redazione