Siria: l'Isis penetra anche nei campi palestinesi
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Siria: l'Isis penetra anche nei campi palestinesi

L'assalto dei miliziani al più grande campo profughi di tutto il Paese e il timore che anche Damasco stia per cadere

Finisse davvero così, come ha comunicato Anouar Abdel Hadi, il direttore degli Affari politici dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina in Siria, quello che sta accadendo nel campo profughi palestinese di Yarmuk, a sud di Damasco, con i miliziani dell'Isis che, armi in pugno, «si sono impadroniti della maggior parte del campo» costituirebbe un fatto senza precedenti nella storia dei movimenti nazionalisti palestinesi e anche un possibile snodo-chiave della guerra in Siria.

Non era mai accaduto prima d'ora, nemmeno nei mesi successivi all'11 settembre 2001, che una fazione islamista di matrice internazionalista era riuscita a penetrare nei campi profughi palestinesi sparsi tra Libano, Giordania e Siria, vera e propria bomba a orologeria di tutta l'area confinante con Israele. L'argine che erano riusciti finora a innalzare le tradizionali organizzazioni palestinesi prima contro Al Qaeda e oggi l'Isis era infatti stata considerata finora dai laboratori strategici occidentali come un'ancora di salvezza per evitare che una guerra nazionalista e religiosa contro «i sionisti» si trasformasse in un conflitto globale contro tutti i «crociati».


Salvo rare eccezioni, come quella che provocò la morte dell'attivista Vittorio Arrigoni per mano di una fazione salafita a Gaza, le organizzazioni palestinesi, compresa Hamas, hanno infatti sempre cercato di mantenere aperto un canale di dialogo con i giornalisti, gli attivisti, i cittadini occidentali. Se cadesse ora il più grande campo profughi di tutta la Siria, popolato da 18 mila persone, ci troveremmo di fronte a un passaggio  della guerra che si sta combattendo contro l'Isis. Un passaggio dove le incognite sono molte e il timore è che l'assalto al campo di Yarmuk siriano sia solo il primo di una lunga serie, di cui a farne le spese potranno essere in futuro prima anche altri campi, anche in Siria, e infine, se la situazione degenerasse, Gaza e la West Bank. Ma prima i miliziani dell'Isis devono prendere Damasco e anche la periferia di Damasco sta tremando.

Fino al 2011, quando scoppiò la guerra civile per detronizzare Bashar Al Assad, nel campo profughi di Yarmuk vivevano 150 mila persone, senza diritti né servizi essenziali sulle quali le tradizionali organizzazioni palestinesi come Fplp (organizzazione del nazionalismo palestinese) hanno esercitato per anni un controllo pressoché assoluto. Dopo la guerra il campo si è svuotato e oggi ci vivono, secondo l'Onu, 18 mila persone. Gli scontri tra i palestinesi e i miliziani dell'Isis, secondo testimoni locali citati dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), si sono estesi anche al vicino quartiere di Al Hajar al Aswad. Potrebbe cadere anche Damasco? Il timore è soprattutto questo, ora che in Iraq, con la presa di Tikrit da parte dell'esercito, gli uomini dell'Isis sono in ritirata. (PP)

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Il campo profughi di Yarmuk

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