Primarie USA Democratici, Bernie Sanders in Kentucky
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Sanders vince in Oregon e promette battaglia alla convention

Senza speranze per la nomination, resta in corsa e conta di condizionare la piattaforma di Hillary Clinton. Trump fa pace con i vertici repubblicani

Bernie Sanders ha vinto le primarie democratiche dell'Oregon mente Hillary Clinton si è aggiudicata, solo per una manciata di voti, quelle del Kentucky.

Il risultato spinge ancora in avanti la campagna elettorale del senatore del Vermont che ha annunciato battaglia "fino all'ultimo voto delle ultime primarie il 14 giugno" e soprattutto alla convention di luglio.

Insomma, Sanders resta nella corsa e conta di far pesare a Clinton e al Partito il consenso ottenuto.

La vittoria in Oregon porta a Sanders 28 delegati. Ventiquattro ne incassa Hillary Clinton. In Kentucky dovrebbero spartirsi a metà la torta: 24 delegati a testa.
Sanders conta di vincere in California, stato che assegna 546 delegati complessivamente.

Per quanto riguarda la nomination democratica la corsa è comunque decisa. A Clinton mancano solo 94 delegati per garantirsi la nomination, arrivando a quota 2.383, con un vantaggio su Sanders di circa 280 delegati.

I repubblicani
Nel Partito Repubblicano Donald Trump, ormai senza rivali(martedì ha stravinto anche in Oregon), marcia verso la nomination. Dovrebbe tagliare il traguardo dei 1237 delegati necessari, il 7 giugno quando si voterà in California, Montana, New Jersey, New Mexico, Nord e Sud Dakota.

Per ora ne ha 1.173 delegati. Nel frattempo Trump e i suoi lavorano alla riconciliazione con l'establishment del partito. Il Republican National Committee ha annunciato nella tarda serata di martedì, un accodo con la campagna del miliardario per raccogliere fondi a sostegno dei candidati Gop.

Dopo mesi di frizioni, il candidato repubblicano alla presidenza ha fatto pace anche con la giornalista da lui più osteggiata: Megyn Kelly di Fox News. "Okay, mi scuso" ha detto il miliardario americano alla conduttrice televisiva che lo stava incalzando sul fatto di essere stata da lui definita "un'oca". Durante l'intervista che ha stabilito la tregua, Trump ha comunque cercato di giustificarsi, dicendo che non era poi un'espressione "così orribile".

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Redazione