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Rapporto Amnesty International 2017/2018: cosa dice sull'Italia

L'organizzazione internazionale per i diritti umani elenca i problemi del nostro paese: razzismo, abusi e cattiva gestione dell'immigrazione

Come ogni anno Amnesty International, l'organizzazione non governativa internazionale fondata nel 1961, ha presentato il suo rapporto sulla situazione dei diritti umani in 159 Stati del mondo. Il capitolo sul nostro paese lancia l'allarme per una pericolosa ondata d'odio che "è protagonista anche della campagna elettorale" e analizza anche i punti oscuri della gestione italiana in tema di immigrazione, Ong, procedure di asilo politico e criminalizzazione delle torura.

Ecco i punti del rapporto sul nostro paese:

Odio, razzismo e xenofobia

Secondo Amnesty in Italia stanno crescendo "ostilità, razzismo e xenofobia" più che negli altri paesi europei. Un clima d'odio che secondo l'organizzazione è protagonista anche della campagna elettorale, dove il 95% delle dichiarazioni dei politici sui social "veicolano stereotipi, discriminazioni, razzismo o incitano all'odio e alla violenza in campagna elettorale". Per il rapporto questi messaggi sono da attribuire ai tre partiti della coalizione di centrodestra: Lega Nord (50%), Fratelli d'Italia (27%) e Forza Italia (18%).

Diritti dei migranti e dei rifugiati

Amnesty spiega come oltre 2800 migranti siano morti in mare cercando di raggiungere l'Italia. Un dato che registra comunque un calo delle vittime, 4600 nel 2016. I migranti ad aver raggiunto l'Italia sono stati invece 119 mila, meno del 2016 dove se ne erano contati 181 mila. Il rapporto parla anche di come il clima di incertezza politico italiano abbia impedito di adottare i decreti necessari per abolire il reato di "ingresso e soggiorno illegale nel paese".

Collaborazione con la Libia per ridurre gli sbarchi

A febbraio 2017 l'Italia ha firmato un accordo impegnandosi a fornire supporto alle autorità libiche responsabili dei centri ufficiali di immigrazione. Il governo italiano ha così sostenuto anche il lavoro della Guardia  Costiera libica, secondo Amnesty aiutando "le sconsiderate intercettazioni di barche dei libici che violano i diritti umani". A maggio l'Italia ha fornito alla Guardia Costiera libica 4 motoscafi per pattugliare il mare mentre a luglio ha inviato una missione navale nelle acque territoriali libiche per combattere l'immigrazione irregolare e il contrabbando di rifugiati e migranti. Amnesty denuncia anche la vicenda di novembre 2017, quando una nave della Guardia Costiera libica provocò la morte di diversi migranti. I rapporti tra l'Italia e la Libia in termini di gestione dell'immigrazione sono stati condannati da vari organismi delle Nazioni Unite, tra cui l'Alto Commissario per i diritti umani e il Consiglio del Commissario Europeo per i diritti umani.

Le operazioni di salvataggio delle Ong

Amnesty sottolinea come molti dei migranti che hanno cercato di raggiungere l'Italia via mare siano stati salvati dalle Ong. Il rapporto denuncia anche come dopo l'accordo con i libici diverse Ong siano state boicottate per ostacolare le operazioni di salvataggio e in alcuni casi denunciate per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Procedure d'asilo politico

Nel 2017 quasi 130 mila persone hanno chiesto asilo politico all'Italia con un aumento del quasi 6% rispetto al 2016. Durante l'anno, oltre il 40% dei richiedenti ha ricevuto una qualche forma di protezione in prima istanza. Nel suo rapporto di maggio, il National Mechanism for the Prevention of Torture ha però evidenziato la continua mancanza di norme applicabili che regolino la presenza dei richiedenti asilo. A maggio 2017 il Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite ha invece criticato duramente l'Italia per la prolungata detenzione di rifugiati e migranti nei centri di accoglimento di Pozzallo, Porto Empedocle, Trapani, Lampedusa, Augusta e Taranto.

Bambini abbandonati

Secondo Amnesty nel 2017 quasi 16 mila bambini hanno raggiunto l'Italia via mare senza essere accompagnati. Una nuova legge per rafforzare la loro protezione è stata introdotta dal Parlamento italiano in aprile consentendo la tutela, l'accesso ai servizi e introducendo protezioni contro le espulsioni. 

Il programma di ricollocazione

Dei circa 35.000 richiedenti asilo che dovevano essere trasferiti in altri paesi dell'UE nell'ambito del programma di ricollocazione, solo 11.464 hanno lasciato il nostro paese entro la fine del 2017. L'Italia ha continuato a concedere l'accesso umanitario alle persone trasferite attraverso l'aiutò di comunità religiose come la Comunità di Sant'Egidio, la Federazione delle Chiese evangeliche e la Tavola Valdese.

Criminalizzazione della tortura

A luglio 2017 è stata introdotta una legislazione che criminalizza la tortura. Tuttavia, a dicembre 2017, il Comitato contro le torture ha affermato che la definizione di tortura nella nuova legge italiana non era in linea con la Convenzione. A settembre il Comitato del Consiglio d'Europa per la prevenzione della tortura (CPT) ha pubblicato il rapporto della sua visita in Italia parlando soprattutto dell'uso superfluo ed eccessivo della forza da parte delle forze dell'ordine e degli agenti penitenziari italiani. Il CPT ha inoltre denunciato il problema del sovraffolamento nelle carceri. A ottobre la Corte Europea per i diritti umani ha anche dichiarato che 59 agenti di polizia sono stati dichiarati colpevoli di torture nel G8 di Genova del 2001.


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Matteo Politanò