Roman Polanski
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Perché Roman Polanski non ha capito nulla di Me Too

Il regista ha definito il movimento in difesa delle donne frutto di "Un'isteria collettiva"

Definire il movimento Me Too "un ipocrita frutto di isteria collettiva" è tanto superficiale quanto inutilmente snob. Se però quelle parole arrivano da un uomo che da oltre 40 anni è ricercato dall'Interpol per uno strupro pedofilo ai danni di una bambina che all'epoca dei fatti, aveva solo 13 anni, allo sbigottimento si aggiunge lo sdegno. 

Cosa ha detto Polanski su Me Too

A parlare in questi termini del movimento partito dai social network che ha avuto il merito di togliere il coperchio dal vaso di Pandora del rapporto tra sesso e potere nel mondo del lavoro è stato il regista polacco Roman Polanski, l'uomo che nel 1977 ha drogato e violentato Samantha Geimer e che dal 2005 è formalmente latitante.

Al magazine Newsweek Polska, interpellato a proposito di Me Too, il cineasta ha detto: "Mi sembra che sia un'isteria collettiva, di quelle che capitano di tanto in tanto nelle società". 

"Questi fenomeni - ha aggiunto - a volte prendono una piega più drammatica, come la Rivoluzione francese o la notte di San Bartolomeo in Francia, e talvolta meno sanguinosi, come nel 1968 in Polonia o il maccartismo negli Stati Uniti. Tutti, spinti principalmente dalla paura, stanno cercando di unirsi a loro. Mi ricorda la morte di un amato leader nordcoreano, che ha fatto piangere tutti terribilmente, e alcuni piangevano così tanto che non potevamo fare a meno di ridere".

Non solo Geimer

L'intervista è stata ripresa dai maggiori media mondiali che sottolineano quanto le parole del regista siano fuori luogo. C'è anche chi ricorda che, proprio grazie a #MeToo altre due donne sono uscite dal silenzio e hanno accusato Polanski di averle violentate ancora minorenni. 

Si tratta della fotografa statunitense Marianne Bernard che ha denunciato alla polizia californiana di essere stata abusata da lui quando aveva solo 10 anni e dell’ex attrice tedesca Renate Langer, violentata appena 15enne. 

La tracotanza di Polanski non si ferma qui. Dopo essere stato espulso dall'Academy insieme a Bill Cosby a causa della vicenda Geimer, il Premio Oscar ha deciso di fare causa al comitato che assegna la statuetta.

Nella lettera inviata dal suo avvocato Harland Braun si legge: "Non stiamo qui contestando il merito della decisione di espulsione, ma piuttosto il palese disprezzo dell'organizzazione dei suoi stessi standard di condotta, così come le sue violazioni delle procedure richieste dal codice delle corporation californiane".

Secondo il legale la decisione dell'espulsione è stata presa unilaterlmente senza dare a Polanski la possibilità di difendersi.

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Barbara Massaro