Obama preso a schiaffi dall'ex capo del Pentagono
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Obama preso a schiaffi dall'ex capo del Pentagono

Esce il libro di Leon Panetta. Pieno di critiche per il presidente e il suo staff

Leon Panetta ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. L'ex capo della Cia e del Pentagono ha scritto un libro di memorie come fanno tutti i politici americani che hanno avuto incarichi importanti.

Esce il 7 di ottobre e Panetta assesta qualche colpo a Barack Obama. Non tanti, a dir la verità, ma sicuramente piuttosto dolorosi per il presidente perché arrivano da un uomo che ha lavorato al suo fianco per alcuni anni.

L'accusa sulla Siria

Quella di Panetta è un'autobiografia. Ne ha viste tante nella sua carriera. Democratico, è stato deputato, capo dello staff della Casa Bianca sotto Bill Clinton per poi di tornare in gioco con Obama e assumere due incarichi fondamentali: prima dirigere l'Agenzia di Langley e poi diventare Segretario alla Difesa.

Ha lasciato il suo posto a Chuck Hagel dopo la seconda vittoria di Obama nel 2012. Nonostante tutte queste avventure, nella sua opera, Panetta è molto parco di rivelazioni.

Le critiche però ci sono e sono dirette per lo più nei confronti dell'amministrazione Obama. Il presidente è descritto come un uomo che ha sicuramente dei meriti: ha salvato l'economia americana e ha posto termine all'epoca Bush;  ma, allo stesso tempo, ha fatto anche tanti, troppi errori.

Il più clamoroso è la Siria. Leon Panetta scrive che le sue esitazioni e i suoi mezzi passi hanno condotto all'attuale situazione. Il dietrofront sui bombardamenti contro il regime di Assad, prima decisi e poi annullati senza consultare i vertici del suo governo, ma solo i consiglieri della Casa Bianca, hanno - secondo l'ex capo del Pentagono - minato la credibilità degli Usa.

"Il Comandante in Capo non può tracciare una linea rossa e poi non rispettarla. Il potere degli Usa risiede anche nell'avere condotte coerenti con le cose che dice."

Il Cerchio Magico

L'accusa non è nuova. Finora però l'avevano fatta avversari politici o commentatori. Questa volta arriva da uno dei personaggi più importanti dell'establishment democratico. 

Che si scaglia contro Obama per un altro motivo.  Lo staff di Obama ha stretto un cerchio attorno a lui così stretto che ha escluso tutti gli altri, compresi uomini e donne di grande esperienza come (appunto) Leon Panetta e Hillary Clinton.

Loro due avevano suggerito a Obama di armare i ribelli siriani moderati, ma il Cerchio Magico aveva convinto il presidente a non compiere questo passo. E poi: Panetta aveva chiesto a Obama di mantenere un presidio di truppe in Iraq dopo il ritiro del 2011, ma lo staff dei suoi consiglieri avevano cassato la proposta.  Erano loro e non il Dipartimento di Stato o quello della Difesa a fare la politica estera degli Usa - scrive Leon Panetta.

Un concetto che evidentemente Panetta vuole che rimanga a futura memoria. Perché lo svincola da alcune pesanti responsabilità. E'un caso che il suo libro di memorie esca proprio adesso? Al di là di queste maliziose interpretazioni, rimane lo schiaffo che Leon Panetta tira a Barack Obama. L'essere un riluttante e dubbioso guerriero non si addice al Comandante in Capo degli Usa.






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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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