Obama e il nucleare iraniano: ora la sfida passa al Congresso
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Obama e il nucleare iraniano: ora la sfida passa al Congresso

Il presidente ha spiegato l'accordo con l'Iran dichiarando di aver "evitato una grande guerra". Ora la partita si gioca in casa

Nella lunga conferenza stampa, Barack Obama ha cercato di vendere l'accordo con l'Iran agli americani. Con pragmatismo, ha spiegato che l'unica alternativa a quell'intesa sarebbe stata una nuova guerra in Medioriente.

Nessuna illusione sulla natura del regime di Teheran, ha detto il presidente: l'accordo è stato necessario per raggiungere l'obiettivo: impedire agli ayatollah di costruire la bomba atomica. Almeno per i prossimi quindici anni. La diplomazia ha funzionato. Se non fosse stato così, avrebbero parlato le armi.

La battaglia del Congresso

Ora però Obama deve far passare l'accordo al Congresso. Non sarà facile anche se, alla fine, dovrebbe farcela. Capitol Hill ha sessanta giorni di tempo per dare un parere, favorevole o sfavorevole, oppure per non dire nulla. I repubblicani sono sempre stati contrari al dialogo con l'Iran. Non hanno mai creduto (e continuano a non credere) a questa intesa.

Nei mesi scorsi si era creato un vero e proprio asse tra il Gop e il governo israeliano sulla questione. Benjamin Netanyahu venne invitato dallo Speaker della Camera, John Boehner a parlare davanti al Congresso Usa. Per Obama, impegnato nelle trattative con Teheran, fu un vero e proprio schiaffo.

Ora i repubblicani faranno le barricate, ma anche se dovessero approvare un parere sfavorevole, Obama potrebbe mettere il veto sulla risoluzione. E per annullare il veto presidenziale, il Gop dovrebbe racimolare i 2/3 dei voti del Congresso. Impresa impossibile.

Convincere gli scettici

E' per questo che l'accordo dovrebbe passare indenne attraverso le tante trappole di Capitol Hill. Nonostante questa certezza, Obama non vuole andare allo scontro aperto. Secondo i suoi piani, la sua eredità più importante in politica estera, questo accordo, dovrà diventare patrimonio comune di avversari interni ed esterni e di riottosi alleati.

La Casa Bianca ha già programmato un'offensiva nei confronti dei congressisti indecisi o avversi all'intesa; Obama ha poi telefonato a Benjamin Netanyahu per valutare con lui i prossimi passi dopo che il primo ministro isrealiano aveva definito una sciagura per il suo paese e per il Medioriente l'intesa con Teheran. Infine, il  presidente Usa dovrà convincere anche gli alleati del Golfo, ArabiaSaudita in testa, eterna rivale dell'Iran sciita, della bontà della sua scelta.

Abbiamo evitato un nuova guerra in Medioriente, ha detto Obama in conferenza stampa. Sarà il suo mantra con tutti coloro che (e non sono pochi) sono scettici rispetto all'intesa con l'Iran. Riuscire a convincerli sarà il passaggio decisivo per evitare veramente quel conflitto che Obama dice di aver già sventato.




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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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