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L'ultimo incontro tra Barack e Bibi

Obama e Netanyahu si rivolgono così l'uno all'altro. Ma tra i due non c'è alcuna intesa. Anzi. È sempre guerra fredda

Il faccia a faccia alla Casa Bianca non servirà a migliorare le relazioni tra Barack Obama e Benjamin Netanyahu.  E'già positivo il fatto che i due si vedano, ma se dopo il colloquio, il rapporto tra i due non sarà peggiorato, sarà già un successo.

Non si tratta di pessimismo, ma di realismo. Tra il presidente americano e il primo ministro israeliano non corre buon sangue. I due, nonostante si chiamino per nome  quando si incontrano, semplicemente non si sopportano.

Obama e Netanyahu non si sopportano

Obama pensa che Netanyahu sia un conservatore, incapace di trovare soluzioni alternative all'uso della forza per risolvere ila questione arabo-israeliana.

Lui, il leader del Likud, a sua volta, ritiene che Obama sia un misto tra un ingenuo, non in grado di capire che non esistono vie diplomatiche per sciogliere i nodi gordiani del Medioriente, e un filo-arabo, che ha svenduto la politica di amicizia senza se e senza ma che Washington ha sempre avuto nei confronti di Israele.

Qui, in ballo non c'è solo il fattore umano di due persone che non si piacciono. Il tema è che i due hanno due visioni politiche completamente diverse. Ed è probabile che queste divergenze emergano ancora una volta.

L'ultimo contatto tra i due è stata una telefonata in luglio. L'ultimo faccia a facia è stato un anno fa. Nel meeting alla Casa Bianca, i due parleranno delle aggressioni contro gli israeliani, delle tensioni a Gaza e in Cisgiordania e, infine, dell'Iran.

Quest'ultimo argomento è forse il più delicato. Netanyahu vede Obama per la prima volta dopo la firma dello storico accordo con Teheran sul nucleare.

Il dossier Iran

Il presidente americano ne vuole discutere con il suo interlocutore ancora una volta. Ma non riuscirà a convincerlo della bontà della mossa fatta. Benjamin Netanyahu rimane certo del fatto che gli ayattolah abbiano preso in giro Obama. Loro, la bomba atomica cercheranno di averla, nonostante la firma dell'accordo.

L'approccio con Teheran è stato uno dei motivi della rottura (sostanziale) tra i due. Obama ha scelto la via diplomatica. Netanyahu non ci ha mai creduto. E'stato su questo dossier che un rapporto già difficile, è diventato uno scontro aperto tra i due.

Una tensione culminata qualche mese fa quando Netanyahu si è presentato di fronte al Congresso Usa, invitato dalla leadership repubblicana, per attaccare Obama. Uno sgarbo che in quella occasione portò il presidente Usa a non invitarlo alla Casa Bianca.

Gli aiuti militari americani a Israele

Sgarbi che sono continuati tra le parti. Obama vorrebbe sapere da Bibi perché  ha nominato portavoce Ran Baratz, l'uomo che sul suo profilo di Facebook ha definito lo stesso obama un antisemita e ha poi scritto che il segretario di stato John Kerry ha un'età mentale di 12 anni.

Baratz non farà parte della delegazione israeliana negli Usa, ma la sua nomina è significativa del clima che corre tra le due parti.

L'impressione è cjhe Obama abbia perso ogni speranza di (concorrerre a) risolvere la questione isrealo-palestinese e che però voglia spingere sull'acceleratore di un nuovo rapporto con l'Iran.

Da parte sua, Benjamin Netanyahu aspetta solo che Obama se ne vada dalla Casa Bianca per avere un nuovo interlocutore a Washington. Se fosse un repubblicano, sarebbe la soluzione idelae, ma anche con Hillary Clinton pesna di potersi intendere.

Nel frattempo, il premier israeliano vuole comunque una prova di buona volontà da parte di Obama: l'aumento da 3 miliardi e mezzo a cinque miliardi  di dollari all'anno di aiuti militari americani a Israele. 

E'probabile che Obama lo accontenti. Un gesto di distensione, nulla di più, in quello che dovrebbe essere l'ultimo incontro tra Barack e Bibi.



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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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