Los Angeles: pane in cambio di pistole
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Los Angeles: pane in cambio di pistole

Sarà la crisi economica o l'effetto Newtown, ma centinaia di persone hanno risposto all'iniziativa del sindaco della città californiana: un buono acquisto in generi alimentari in cambio della consegna della propria arma da fuoco. E c'è anche chi ha portato un lanciagranate

I giornalisti che seguivano l'iniziativa sono rimasti un po'sconcertati. I poliziotti, molto meno: era già capitato in passato. Comunque sia, vedere arrivare un "anonimo" cittadino con un mano un lanciagranate, depositarlo nelle mani di un agente della polizia locale e ricevere in cambio un buono di 200 dollari per l'acquisto di alimentari in supermarket di Los Angeles, a molti è apparsa una scena da film. Hollywoodiano, ovviamente. Ma è accaduto realmente, come dimostrano foto e video.

Sarà l'Effetto Newtown - che sembra incidere molto sugli americani - e il timori che vengano introdotti possibili nuovi bandi, come promesso da Barack Obama, sulle armi d'assalto; sarà la crisi economica; sarà che le armi girano così facilmente in una metropoli come quella californiana che uno arriva a pensare sia più conveniente avere un voucher da un paio di centinaia di dollari in cambio di un fucile che comunque puoi procurarti di nuovo per metà di quella cifra; sarà per tutte queste ragioni messe insieme, ma l'iniziativa del sindaco Antonio Villaraigosa (primo sindaco di origine ispanica dal 1872, democratico, eletto nel 2005) è stata (considerata) un successo.

Non solo perché nella Giornata del Gun BuyBack (del riacquisto delle armi) sono stati consegnati due lanciagranate (secondo la polizia, inoffensivi perché non dotati delle apposite granate, residuati bellici di qualche veterano. "Ma ne siete sicuri?", chiedevano i cronisti agli ufficiali del Los Angeles Police Deparment ), ma anche e soprattutto perché, in poche ore, le autorità di polizia di sono visti consegnare più di 2000 armi da fuoco, tra fucili e pistole. Il "bottino" della giornata parla, per l'esattezza, di 75 fucili mitragliatori, 698 fucili, 901 pistole e 363 fucili da caccia.

Per ore, le persone hanno atteso in fila, in macchina, fuori dalla Sport Arena per consegnare l'arma che possedevano. Attorno a mezzogiorno (l'iniziativa si concludeva alle 4 del pomeriggio), la gente era già così tanta che il capo della polizia Charlie Beck ha chiamato il sindaco per dirgli che i buoni acquisto di generi alimentari che le autorità offrivano in cambio di un fucile (200 dollari) o di una pistola (100 dollari) stavano finendo. Antonio Villaraigosa si è dato da fare per reperire i fondi necessari.

La Giornata del Riacquisto delle Armi è stata battezzata da lui nel 2009. Un'iniziativa per tentare di limitare il numero delle bocche da fuoco a Los Angeles. In genere, si tiene in maggio, ma quest'anno, il sindaco ha voluto organizzarla a pochi giorni dalla strage di Newtown. Un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema del controllo delle armi. L'iniziativa è andata bene. Il "raccolto" è stato superiore rispetto alle precedenti occasioni. I fucili e le pistole - per lo più acquistate illegalmente - vengono poi distrutte.

Il tema è all'ordine del giorno. L'ondata emotiva dopo la strage di Newtown non si è ancora placata. Ma un sondaggio della Reuters/Ipsos dimostra come gli americani siano ancora legati all'idea che possedere armi sia un diritto. Effettuata nei giorni a cavallo di Natale, la rilevazione dice che il 48% degli interpellati vorrebbe delle leggi più restrittive sul controllo delle armi, ma il 68% ritiene giusto che una persona con regolare permesso possa essere proprietario di un'arma.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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