La morte della Leggenda dei Seals
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La morte della Leggenda dei Seals

Chris Kyle, il cecchino infallibile dell'esercito Usa, è stato ucciso in un poligolo del Texas. Durante gli anni di servizio militare in Iraq aveva ucciso 160 nemici. La sua autobiografia è stata un caso letterario

Aveva imparato a sparare seguendo il padre nella battute di caccia in Texas, nei dintorni di Odessa, la sua città natale.Coyote e cinghiali: "one shot, one dead". Un colpo, un centro. Che avesse talento, lo aveva capito subito. Poi, durante gli anni della scuola superiore, per sbarcare il lunario, aveva lavorato nei rodeo. Domava cavalli. Gli riusciva bene, tanto da pensare di diventare gestore di un ranch.

Un moderno cow boy. Ma la storia è andata diversamante e il suo Far West l'ha trovato a migliaia di chilometri da casa: in Iraq. Non c'erano indiani da combattere, ma i guerriglieri di Al Qaeda e delle milizie di Saddam Hussein. One shot, one dead. Chris Kyle era infallibile. La Leggenda, lo chiamavano i suoi compagni di squadra. Il Diavolo di Ramadi, l'avevano ribattezzato i ribelli iracheni che combattevano in quella città. Sulla sua testa una taglia da 20.000 dollari. Ventimila dollari per il soldato che ha ucciso da solo e con una singola arma il più alto numero di nemici nella storia dell'esercito degli Stati Uniti.

Il Pentagono gli "accredita" il numero ufficiale di 160 morti. Kyle ne rivendicava 255. Era entrato nei Navy Seals - il corpo d'élite della Marina - nel 1999. La destinazione a lui più congeniale. Piccole squadre di commandos, blitz rapidi e veloci, missioni ad alto rischio, grande professionalità: qualche cosa che gli ricordava la caccia In Texas. Era stato inviato nel Golfo nel 2003 e quando, l'anno dopo, iniziò l'operazione Iraqi Freedom, l'ex cow boy era nell'avanguardia delle truppe che invasero l'Iraq.

Quando la guerra si trasformò in una guerriglia, il talento come cecchino di Chris Kyle divenne indispensabile. Quando si trovava nelle zone rurali, con uno spazio aperto davanti a sé, colpiva un bersaglio a più di un chilometro di distanza. In città, nei combattimenti casa per casa, la maggior parte delle sue vittime si trovavano in una raggio d'azione tra i 200 e i 500 metri dal suo fucile.

Non ho mai ucciso per gioia, ma solo per servire il mio paese, dirà poi nelle interviste che darà quando sarà diventato famoso. A Falluja passava delle ore sdraiato su di un culla rovesciata, che fungeva da lettino, all'interno di una stanza di una delle tante case semi distrutte dalla guerra, con l'occhio nel mirino in attesa di colpire. "Devi avere pazienza, sapere aspettare - racconterà poi - Saper attendere, è la cosa più importante. Poi quando inquadri il bersaglio, i battiti del tuo cuore rallentano, il respiro quasi scompare. Devi premere il grilletto tra un battito e l'altro".

In quella città, colpì 40 volte. Chris Kyle non ha mai sparato senza avere avuto l'ordine di farlo dal suo superiore. La sua prima vittima fu una donna. Stava per lanciare una granata contro una pattuglia di marines. Il suo tiro più famoso, a Sadr City, la zona sciita di Bagdad. Un guerrigliero stava per sparare con un lancia granate. Lo freddò con un colpo solo da 1900 metri di distanza.

In Iraq, La Leggenda ha passato sei anni, quattro missioni, una medaglia al valore, oltre il record di cecchino più infallibile della storia dell'esercito Usa. Lascìò i Navy Seals nel 2009 per amore. Di sua moglie. Che gli lanciò una sorta di ultimatum: o me e i bambini o la guerra. Chris Kyle tornò in Texas. Mise in piedi una società di consulenza per la sicurezza, di contractors. Scrisse la sua autobiografia "American Sniper" che lo fece diventare famoso in tutto il mondo. Un cow boy moderno e professionale: per la sua storia, non era scritto che dovesse finire ucciso in un poligono di tiro vicino a casa.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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