L'avvertimento di Barack Obama a Damasco
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L'avvertimento di Barack Obama a Damasco

La Casa Bianca ha lanciato un monito a Bashar Assad a non usare armi chimiche contro l'esercito dell'opposizione. Il presidente Usa è pronto ad aumentare la pressione in Siria con l'obiettivo di arrivare alla caduta del regime.

La linea rossa che non deve essere superata in Siria si chiama Sarin. "Se il regime di Assad dovesse usare armi chimiche sarebbe inaccettabile e ci sarebbero delle conseguenze" - ha detto Barack Obama dopo che l'intelligence Usa ha saputo che l'esercito siriano avrebbe iniziato ad assemblare gli elementi per creare il micidiale gas da montare su ordigni.

Secondo alcune fonti, lo spostamento delle armi chimiche dagli arsenali  dove erano custodite era (è) il preludio a un'offensiva militare contro  l'esercito dell'opposizione. Il monito degli Stati Uniti dovrebbe  servire a limitare l'impatto di questa offensiva , o a indurre Damasco a non lanciarla.

Bashar Assad è quindi avvertito: gli Stati Uniti non accetteranno altri massacri e sono pronti a fare altri sforzi per indebolirlo, con l'obiettivo ultimo di farlo cadere. Dopo la vittoria nelle elezioni, Barack Obama, Hillary Clinton, il Pentagono e la Cia hanno discusso cosa fare. L'idea era quella di spingere sull'acceleratore per sbloccare una situazione in cui il regime appare ancora in grado di resistere.

Un intervento diretto di Washington è un'ipotesi più che remota. La Casa Bianca punta molto sugli alleati nella regione, prima tra tutti la Turchia. La Nato dovrebbe schierare batterie di missili Patriots sul confine con la Siria. Sistema difensivo che potrebbe essere utilizzato anche per proteggere dagli attacchi dell'aviazione lealista una zona cuscinetto all'interno dei confini siriani che Ankara (di concerto con gli alleati) potrebbe creare.

L'amministrazione Obama potrebbe decidere di rifornire direttamente di armi l'opposizione e mandare sul terreno funzionari della Cia con il duplice scopo di aiutare i ribelli e evitare che queste armi finiscano nelle mani dei gruppi vicini ad Al Qaeda, gruppi che rischiano di prendere il sopravvento all'interno dell'opposizione contro il regime di Bashar Assad. Altro obiettivo delle cover operations sarebbe quello di interrompere il flusso di armi che l'Iran fa pervenire al regime di Damasco attraverso il corridoio iracheno.

Barack Obama è ben conscio del fatto che il conflitto siriano rischia di trasformarsi in una guerra regionale. E ora, punta a giocare d'anticipo, con una maggiore presenza degli Stati Uniti nel conflitto. Nel tentativo di arrivare a una conclusione che prevede la caduta di Assad, l'emarginazione dei gruppi jihadisti e la nascita di un nuovo regime nell'orbita turca.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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