Nero ucciso dagli agenti a St.Louis: un video getta benzina sul fuoco
Getty Imagines / Michael B. Thomas
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Nero ucciso dagli agenti a St.Louis: un video getta benzina sul fuoco

Il filmato è stato diffuso dallo stesso Dipartimento di polizia per ribattere alle accuse di uso sproporzionato della forza. Ma le immagini dimostrano il contrario...

Il video dura sei minuti. E'stato girato con un cellulare da un passante. Poi è stato sequestrato della polizia che ha deciso di diffonderlo per gettare acqua sul fuoco, per dimostrare di non aver fatto un uso sproporzionato della forza. In realtà, l'effetto è proprio il contrario. Le immagini smentiscono le prime versioni fornite dalla polizia. E rischiano di essere altra benzina per alimentare l'incendio che da giorni sta devastando Ferguson dopo la morte di Michael Brown.

Il video registra la morte di Kajieme Powell, l'afroamericano ucciso martedì scorso a sole 4 miglia dal luogo dov'è morto qualche giorno prima Michael. La polizia era stata chiamata dal proprietario di un negozio che aveva denunciato il furto da parte di Powell di un paio di lattine di birra e di noccioline. Un'altra chiamata, di una donna, aveva avvertito che l'uomo aveva un coltello in tasca.

La prima versione dei poliziotti diceva che Powell si era scagliato contro di loro con in mano il coltello e che gli agenti avevano sparato quando Powell era a distanza di quattro o cinque passi. Il video, invece, mostra che l'uomo  viene colpito da una distanza maggiore e che aveva le mani lungo il corpo (senza nemmeno apparire armato). La vera e propria gragnuola di colpi parte 15 secondi dopo che gli agenti sono scesi dalla loro macchina.

Il video è stato diffuso dal dipartimento di polizia in quella che è stata definita un'operazione di trasparenza. Ma, in realtà, potrebbe rivelarsi un autogol, confermando così le accuse di uso sproporzionato della forza.

 

In questa versione, con le immagini più nitide, si può vedere meglio come l'uomo non avesse le mani in tasca, ma lungo il corpo. Apparendo pure disarmato.

 

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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