Le 10 contestazioni più clamorose contro un presidente Usa
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Le 10 contestazioni più clamorose contro un presidente Usa

Obama interrotto da una pacifista durante un discorso ufficiale: non è la prima volta che accade a questo presidente. E non solo a lui

Lei si chiama Medea Benjamin ed è la cofondatrice di Code Pink, un'organizzazione pacifista. E'stata lei a interrompere più volte il discorso sulla politica di sicurezza degli Usa che Barack Obama ha tenuto alla National Defence University di Washington. Non è nuova a queste iniziative. Negli ultimi mesi, è salita alla ribalta delle cronache per altre clamorose proteste. In marzo, si è presentata con grandi cartelli rosa nell'aula del Congresso in cui si tenevano le audizioni del Ministro della Giustizia Eric Holder. E'stata allontanata.

Qualche settimana prima, aveva interrotto un discorso del nuovo capo della Cia John Brennan. Anche Wayne LaPierre, il numero due della National Rifle Association, è entrato nel suo mirino. Il suo gruppo si muove in questo modo: riesce a intrufolarsi alle conferenze stampa, o in luoghi dove sono attese personalità, e con urla, slogan e domande imbarazzanti, interrompono i loro discorsi.

Questa pratica si chiama Heckling. E nessun presidente Usa (anche e soprattutto nella recente storia) ne è rimasto immune. Uno dei più bersagliati è (stato) sicuramente Barack Obama, che in numerose occasioni è stato contestato mentre teneva un discorso pubblico. Questo record, secondo alcuni osservatori, è dato da un motivo: la radicalizzazione della lotta politica negli Usa da quando lui è stato eletto. Questa è una speciale classifica delle più clamorose proteste subite dagli inquilini della Casa Bianca

Le scarpe contro George W. Bush

Muntadhar al-Zaidi forse non aveva pensato che il suo gesto avrebbe poturo segnare un'epoca e fatto nascere molti imitatori. Ma, fu così dopo quel 14 dicembre 2008. Durante una conferenza stampa, il giornalista iracheno lanciò le sue due scarpe contro George W. Bush che si trovava a Baghdad per una visita ufficiale. Al primo lancio urlò: "Questo è il bacio di benvenuto per te da parte del popolo iracheno, cane!". Al secondo, disse: "E questo è per le vedove e gli orfani e tutti i morti in Iraq". Poi venne bloccato da un altro giornalista. Si fece qualche mese di carcere. Un anno dopo, a Parigi, lo stesso al.Zaidi venne colpito da un lancio di scarpe da parte di un esiliato iracheno. "Mi ha rubato la tecnica" - disse. Non fu il solo. Il lancio di scarpe contro un potente divenne una forma di protesta a livello globale. Il commento di Bush? "Non ci ho riflettuto molto al momento. Mi sono preoccupato di abbassarmi e schivare la scarpa".

 

Ronald Reagan assaltato sul palco

Non era più presidente da un paio di anni, ma Ronald Reagan era lo stesso uno degli uomini più contestati d'America. Ma quella sera del 14 aprile 1992, a Las Vegas dove si trovava per tenere un discorso, non si aspettava certo di essere protagonista di una simile scena: Rick Springer, un attivista contro il nucleare, salì sul palco, spinse di lato Reagan e colpì il leggio con una statuetta di cristallo che andò in mille pezzi. Alcune schegge sfiorarono la testa dell'ex presidente prima che gli uomini della scorta di Ronald Reagn intervenissero, bloccando il contestatore con un placcaggio degno di una partita di football americano

 

Obama, tu menti!

Comunque sia, quando un presidente tiene un discorso davanti al Congresso, l'occasione è solenne. Presenta le sue proposte più importanti e i deputati dicono la loro: in genere sono molti gli applausi (di parte), poche le occasioni in cui qualcuno esprime il dissenso. Soprattutto nessuno attacca il presidente sul piano politico attraverso accuse personali. Così, quella volta che il repubblicano Joe Wilson, rappresentate della South Carolina, interruppe il discorso di Barack Obama, urlandogli "You Lie!!" (Tu menti), l'impatto fu molto forte. Era il 9 settembre 2009, e il presidente stava esponendo le linee guida della sua Riforma Sanitaria, un tema che ha spaccato il paese. Obama stava dicendo che quella sua legge non avrebbe concesso l'assistenza gratuita agli immigrati clandestini. Wilson non era dello stesso parere. E lo disse. Più tardi si sarebbe scusato con un comunicato ufficiale. Confermo la sostanza della protesta, mi scuso per la forma, per questa caduta di stile. Benedetta America

Clinton e gli idioti dell'11 settembre

Bill faceva campagna per Hillary. Era l'inizio del 2008. L'ex presidente teneva discorsi per aiutare la moglie impegnata nelle primarie (poi perse) del Partito Democratico. Durante un comizio, un gruppo di persone rumoreggia, lo interrompe . Bill Clinton sbotta: cosa volete? Gli altri replicano: un'inchiesta sull'11 settembre. E qui, parte il monologo: "Ah, voi siete tra coloro che pensano che sia stato un "inside job", un attentato organizzato da noi... Fatemi dire ora, visto che mi avete interrotto più volte in modo molto maleducato. Quell'attentato l'ha fatto Osama Bin Laden. Non possiamo continuare a fare gli idioti negando questo. E adesso andateneve via." Il contestatore, invece, rimane, interrompe ancora una volta. In questa seconda occasione, Clinton si mostra più dialogante e l'heckler rimane in silenzio per il resto del comizio.

 

Arriva Hillary e urlano Monica, Monica

Non è mai stata presidente, ma nel 2016 potrebber essere la prima donna ad essere eletta alla Casa Bianca. Per questo, la inseriamo in questa classifica. Hillary Clinton è abituata alle proteste. Durante le primarie del 2008, i suoi comizi erano frequentati dai contestatori. Da Segretario di Stato, poi, è stata spesso presa di mira dagli Hecklers. Durante un discorso sulla libertà di internet tenuto alla Washington Unuiversity, un solitario contestatore venne bloccato dagli agenti di sicurezza prima che riuscisse a salire sul palco. Ma, la protesta forse più clamorosa, Hillary l'ha subita durante la sua visita di stato in Egitto nell'estate del 2012. Il convoglio di autovetture diplomatiche su cui viaggiava anche lei, viene accolto ad Alessandria da una folla che lancia pomodori, scarpe e urla "Monica, Monica". Il nome della Lewinsky, la "storica" stagista della Casa Bianca che ebbe una relazione con Bill Clinton

 

Il presidente e il giornalista che non sta zitto

Barack Obama non ha un bel rapporto con la stampa che lo critica. Lo si è capito molto bene nel giugno del 2012 quando il presidente, nel Giardino delle Rose della Casa Bianca, fa una dichiarazione sull'immigrazione. Il giornalista Neil Munro, del Daily Caller, lo interrompe, Obama si arrabbia e dice: "Mi faccia parlare, non sono previste domande". Poi però prosegue e risponde al quesito del cronista. Questi, allora riprende la parola e incalza con un'altra domanda. Il presidente però proprio non le vuole e si arrabbia ancora: "Mi faccia parlare, non mi interrompa!". Chi dei due non ha rispettato l'etichetta? Per alcuni, Munro è un Heckler. Per altri, un paladino della libertà di stampa.

 

George e la Libertà di Espressione

E' il 4 di luglio del 2008 e George W. Bush festeggia il Giorno dell'Indipendenza con una discorso in Virginia. Sale sul podio, inizia a parlare. Pochi secondi ed è investito dalle urla di una contestatrice, che viene subito portata via. Qualche attimo di silenzio e un secondo contestatore leva la sua voce contro il presidente, accusandolo per la guerra in Iraq. Anche lui viene scortato via dalla polizia. Bush se la cava con un sorriso e una battuta. "La nostra costituzione garantisce la libertà di espressione". Lo pensa lui, che deve parlare. Lo pensano anche i suoi contestatori, che hanno urlato .

 

Ronnie chiude la boccaai contestatori

Erano gli ultimi giorni della campagna elettorale del 1980. In diverse occasioni, durante i comizi, il futuro presidente era stato contestato.Quella volta, Ronnie perse la pazienza. Così, all'heckler che lo interrompeva di continuo, urlò: "Shut Up", (Stai zitto). La folla di supporter accolse quelle due parole come se fossero il suggello della fine di un'epoca, quella delle contestazioni anti nixon e anti partito repubblicano, come l'urlo di riscossa del fronte conservatore americano, messo in una angolo dall'opposizione alla guerra in Vietnam e dallo scandalo Watergate. Quel moto di solido orgoglio di Ronnie era l'ouverture degli anni del reaganismo.

 

Obama e l'Anticristo

Barack Obama è un presidente che ha diviso l'America. Le posizioni politiche più radicali lo bollano come socialista e musulmano. Per qualcuno è addirittura l'Anticristo. A Los Angeles, nel 2011, un uomo interrompe il discorso del presidente per accusarlo di essere in nemico del Messia. Gli urla: "Tu sei l'Anticristo". Obama, che è stato spesso interrotto, non perde le staffe, ma al contrario cerca di buttarla sul ridere.

 

I fischi israeliani per Obama

Non solo in patria, ma anche all'estero: Barack Obama non si salva dai contestatori anche quando è fuori dagli Stati Uniti. Nel recente viaggio in Medioriente, il presidente americano tiene un discorso agli studenti dell'Università di Gerusalemme. Ma non tutta l a platea lo apprezza. La diffidenza rispetto alla sua politica nei confronti degli arabi e dell'Iran non è soltanto patrimonio del governo di Benjamin Netanyahu, ma anche di tanti giovani israeliani. Che lo fischiano.

 

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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