Nuovi guai per Sarkozy, l'UMP verso la bancarotta
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Nuovi guai per Sarkozy, l'UMP verso la bancarotta

Il Consiglio costituzionale francese respinge i conti della campagna elettorale 2012, dando una batosta da 11 milioni di euro al partito del presidente. Tutti gli scandali dell'ex Napoleone

Non c'è pace per Sarkò. Appena lasciato l'Eliseo l'ex presidente francese si è trovato nel mirino di giudici e magistrati per una serie di affari non chiari e di relazioni pericolose col mondo dell'alta finanza e con ex dittatori. E adesso arriva per lui anche la mazzata del Consiglio costituzionale.

I Saggi francesi hanno rigettato alcune spese del suo partito, l'UMP, che avrebbero dovuto figurare nei conti della campagna elettorale 2012 e che, invece, sono stati addebitati allo Stato francese nel momento in cui Sarkozy era ancora presidente.

Il buco nei conti è consistente, si tratta di circa 11 milioni di euro (il 47.5% delle spese autorizzate) e questi soldi il partito non ce li ha. Sarkozy dovrà restituirli al Tesoro francese, cominciando con un assegno di 153 mila euro. 

L'ex presidente però non ci sta, grida al complotto e minaccia di uscire dal Consiglio costituzionale, anche se la cosa è formalmente impossibile, visto che tutti gli ex capi di Stato risiedono di diritto nella prestigiosa assemblea.

Insomma, Nicolas Sarkozy, secondo i Saggi di Francia, avrebbe utilizzato fondi di Stato per finanziare le spese del suo partito durante la campagna e adesso è chiamato a pagare. Ma questo non è il primo scandalo che travolge l'ex Napoleone. Molte sono le nubi giudiziarie che gravano sulla sua testa. Vediamole una per una.

Affaire Bettencourt. Su Nicolas sarkozy gli investigatori hanno aperto da tempo un'inchiesta per verificare se l'ex presidente si è approfittato della 90enne ereditiera della L'Oreal, Liliane Bettencourt, che ha abbondantemente finanziato la campagna presidenziale che l'ha portato all'Eliseo nel 2007. Lo scandalo ha scosso profondamente le viscere della politica francese e ha gettato ombre sulla figura di Sarkozy, allungando i suoi tentacoli sui palazzi buoni della Finanza d'Oltralpe. L'ereditiera vale circa 20 miliardi di dollari ed è chiaro che qualsiasi suo "movimento" generi domande importanti, alle quali finora non sono state date risposte. Sarkozy è accusato di averla "raggirata" per rimpinguare le casse della sua campagna, promettendo favori una volta eletto.

I soldi di Gheddafi. A Tripoli l'ex presidente francese ha mandato i caccia per una battaglia di democrazia (e di petrolio), ma all'inizio di quest'anno un uomo d'affari libanese, Ziad Takieddine, ha dichiarato di avere in mano prove inconfutabili del fatto che Nicolas Sarkozy avrebbe incassato circa 50 milioni di euro dalle mani dell'ex raìs libico, Muammar Gheddafi, in occasione della campagna elettorale per le presidenziali del 2007. Takieddine ha giocato un ruolo molto significativo come mediatore tra Sarkozy e Gheddafi per la liberazione delle infermiere bulgare imprigionate in Libia nel 2007.

Stesse accuse erano state fatte in precedenza da uno dei figli di Gheddafi, Saif al islam, proprio pochi mesi prima che il regime libico crollasse sotto i fendenti della Nato e dei ribelli. Per parte sua, Sarkozy bolla le accuse come "grottesche" e denuncia il sito investigativo Mediapart, ma l'inchiesta prosegue e dovrebbe approdare in tribunale entro la fine di quest'anno. Qualora le accuse di Takieddine dovessero rivelarsi false, Sarkozy comunque subirebbe un pesante danno all'immagine.

Corruzione all'Eliseo. L'ex ministro delle Fianze di Parigi, Christine Lagarde (pupilla fedelissima di Sarkò e attuale direttore del Fondo Monetario Internazionale) è accusata di "appropriazione indebita" per il ruolo che avrebbe avuto nel passaggio di 285 milioni di euro nelle casse di Bernard Tapie, come rimborsi fiscali da parte dello Stato per l'anno 2008, in seguito alla vendita di azioni della compagnia Adidas alla banca Credit Lyonnais.

Tapie è il tycoon di sinistra poi sceso in politica con i conservatori dopo un periodo trascorso in carcere. Ed è noto al di fuori dei confini francesi per il suo coinvolgimento negli anni Novanta nello scandalo corruzione del club di calcio Olympique Marsiglia

Ostaggi e pagamenti. Secondo le rivelazioni di un ex diplomatico americano i ribelli islamici nel nord del Mali sarebbero stati parzialmente finanziati da un pagamento una tantum (leggasi riscatto) del governo di Sarkozy nel 2010. Si parla di circa 17 milioni di euro. Anche in questo caso l'ex presidente nega tutto, ma intanto l'indagine prosegue. Secondo l'ambasciatore Usa in Mali tra il 2005 e il 2007, il denaro versato dal governo dell'allora neo eletto capo dell'Eliseo servì per far liberare quattro ostaggi francesi catturati dai fondamentalisti islamici. 

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L'affaire Aga Khan. Prima di dedicarsi alla politica Nicolas Sarkozy era un avvocato. Durante la sua vecchia vita pre-Eliseo l'ex presidente ha curato la causa di divorzio del leader religioso e mega miliardario Aga Khan. Un divorzio che allora era incredibilmente costoso, si parla di circa 60 milioni di euro. Fin qui nulla di anomalo, ma lo scandalo esplode quando Sarkozy, nelle vesti di presidente francese, concede al riccone l'esenzione dal pagamento delle tasse per le sue (tante) proprietà in Francia, motivando il gesto come "un atto di cortesia internazionale".

Innamorato del Qatar. Secondo la rivista France Footbal nel 2010 Nicolas Sarkozy organizzò un pranzo segreto per influenzare i vertici del calcio mondiale e caldeggiare l'assegnazione dei mondiali del 2022 al Qatar. Tra gli ospiti di quel pranzo carbonaro ci sarebbe stato il principe del Qatar, il presidente dell'UEFA, Michel Platini, e un rappresentante del fondo di investimenti che all'epoca era in possesso del club Paris Saint-Germain (PSG). Al centro delle pressioni Michel Platini, propenso a votare per gli Usa. In cambio il Qatar si sarebbe impegnato a comprare il PSG e a creare una rete televisiva di solo sport in Francia. I mondiali del 2022 vengono poi assegnati al Qatar, che oggi detiene il Paris Saint-Germain. Sarà un caso?

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Anna Mazzone