Monica Lewinsky 20 anni dopo: che fine ha fatto
@House Judicary committee September 21, 1998 (gennaio 2018)
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Monica Lewinsky 20 anni dopo: che fine ha fatto

Dal sexgate che portò a un passo dall'impeachment Bill Clinton, al movimento femminista #MeToo

Monica Lewinsky oggi ha quasi 45 anni, ma per tutti è rimasta la stagista della Casa Bianca, quella che 20 anni fa esatti ha causato l'impeachment per l'allora Presidente statunitense, Bill Clinton, che rischiò di essere condannato per spergiuro.

Fu protagonista del cosiddetto sexgate, lo scandalo sessuale più famoso (e imbarazzante) degli Stati Uniti.

All'epoca era una 20enne mora, di San Francisco, che nel palazzo presidenziale lavorava come stagista non retribuita. Oggi Monica Lewinsky è un'attivista del movimento #MeToo, al quale si è unita nel coro femminile di proteste contro le molestie sessuali.

Negli scorsi anni, però, è stata anche scrittrice, conduttrice tv, imprenditrice nel lancio di una linea di borse e di recente promotrice di iniziative contro il bullismo online.


Chi è Monica Lewinsky

Laureata in Psicologia a Santa Monica nel 1995, si era poi trasferita a Washington, dove era diventata una White House Intern, prestando servizio gratuito nella sede della Presidenza degli Stati Uniti come stagista.

Proprio a cavallo tra il 1995 e il 1996 ebbe una relazione con l'allora inquilino della Casa Bianca, Bill Clinton: una decina di incontri sessuali, prima negati dal Presidente, poi definiti "relazione fisica impropria" quando venne chiamato a testimoniare di fronte al Gran Jury, il 17 agosto del 1998.

Clinton, imputato formalmente a dicembre di 20 anni fa, non fu riconosciuto colpevole di spergiuro, ma sulla sua figura rimase una macchia indelebile.

Per Monica Lewinsky, invece, si aprì la strada verso la celebrità, anche se da molti era considerata la "First Slut" (letteralmente la "prima sgualdrina, sporcacciona") d'America.

Cosa fa oggi la ex stagista

Il nome di Monica Lewinsky è tornato a circolare nelle scorse settimane per via di un tweet nel quale ha ricordato il 16 gennaio come "il giorno nel quale sono sopravvissuta un altro anno dopo il 1998".

La donna ha lanciato una survivor's chain, una "catena del sopravvissuto": l'appello a quello che è stato battezzato il "gioco della vergogna" è stato ritwittato oltre 4.000 volte, ricevendo più di 22.000 like e 1.100 commenti in poche ore.

L'impegno a favore delle donne maltrattate è testimoniato dall'adesione della ex stagista alla campagna#MeToofin dallo scorso autunno. Ancora una volta la Lewinsky ha utilizzato Twitter per scrivere: "A tutte le donne che condividono storie di molestie sessuali, grazie per il vostro coraggio nel parlarne. Non siete sole. #MeToo".

Sempre via social la Lewinsky aveva già fatto riferimento anche alla Women's March di gennaio 2017, dichiarando tutto il proprio sostegno.

Tv, moda e impegno sociale

In precedenza la ex stagista ha prima vissuto una sorta di ambigua popolarità, partecipando a serate di gala a New York e collaborando alla stesura di un libro, con le sue verità sul periodo alla Casa Bianca e il rapporto con Clinton; è stata intervistata dalla ABC e ha condotto lei stessa, per un breve periodo, un realitysu Fox, Mr Personality, che ha raccolto anche qualche consenso di critica.

Cavalcando l'onda della notorietà nel 1999 ha firmato una linea di borse, mentre nel 2000 si è prestata come testimonial per una campagna pubblicitaria per la perdita del peso, lei che aveva subito critiche a causa delle sue forme durante lo scandalo sessuale.

L'impegno contro il cyberbullismo

Poi, nel 2005, la decisione di allontanarsi dai riflettori, trasferendosi in Inghilterra, dove ha conseguito un Master in Psicologia sociale presso la London School of Economics.

Solo nel 2014 il ritorno in pubblico, prima con un tweet (Here we go, "Eccoci"), poi impegnandosi come testimonial contro il cyberbullismo, tornando a parlare della propria storia e delle vessazioni che avrebbe ricevuto soprattutto sul web.

In una lettera a Vanity Fair  ("Vergogna e sopravvivenza") raccontò: "Era il mio capo, si approfittò di me. Ma la storia fu consensuale. Gli abusi sono arrivati dopo, quando sono diventata un capro espiatorio per chi voleva proteggerlo (...) Mi hanno marchiata a vita".

La sua battaglia si è focalizzata sul bullismo di carattere sessuale online, con il lancio della campagna #ClickWithCompassion. Ha partecipato a una serie di eventi, tra i quali uno spettacolo teatrale a New York, chiamato semplicemente Slut.

I fatti: come tutto cominciò 20 anni fa

Era il 17 gennaio del 1998 quando il sito Drudge Report riferì che il magazine Newsweek era in possesso di una notizia bomba, che però aveva deciso all'ultimo minuto di non pubblicare: si tratta della relazione tra il Presidente Clinton e una stagista poco più che 20enne. Solo pochi giorni dopo fu il Washington Post a scrivere di "lettere d'amore" e "incontri" in diverse stanze della Casa Bianca, provati da registrazioni audio.

Venne anche svelato il nome della stagista: si tratta di Monica Lewinsky, che nel frattempo era stata trasferita al Pentagono, ufficialmente per via del suo comportamento ritenuto immaturo e inadeguato nei confronti del capo della Casa Bianca, nella cui stanza ovale aveva accesso più volte al giorno per consegnare documenti.

Bill Clinton temporeggiò qualche giorno, poi convocò una conferenza stampa, alla quale si presentò con la moglie Hillary al fianco, dichiarando: "Voglio dire una cosa agli americani. Ascoltatemi bene. Lo ripeto: non ho avuto rapporti sessuali con questa donna. Non ho chiesto a nessuno di mentire, non una sola volta: mai. Queste accuse sono false".

Parole destinate a peggiorare la sua posizione.

Lo scoppio dello scandalo

Una volta trasferita alla sede della Difesa statunitense, la Lewinsky raccontò della sua relazione a una collega, Linda Tripp, che registrò le telefonate con le confidenze della Lewinsky. Sarà proprio la Tripp a decidere di incontrare due cronisti di Newsweek per consegnare poi loro il materiale per lo scoop.

Una volta emersa la faccenda, a dicembre 1998 scattò l'impeachment, ovvero la messa sotto accusa del Presidente, il cui unico precedente era stato 130 anni prima con Andrew Johnson.

In questo caso a Clinton erano contestati lo spergiuro e l'ostacolo alla giustizia. Il 7 gennaio del 1999 iniziò il processo in Senato, ma il 12 febbraio, per una manciata di voti il Presidente non fu giudicato colpevole.

La "caccia" al famoso abito blu

Sulla scia dello scandalo si scatenò anche una sorta di caccia ad accaparrarsi l'abito blu, cioè quello indossato dalla Lewinsky durante il rapporto sessuale incriminato, consegnato dalla donna all'FBI che indagava sul caso.

La stagista aveva testimoniato di averlo portato quando, il 28 febbraio 1997, si era sporcata con lo sperma dell'allora Presidente: le tracce vennero confermate dalle analisi e suscitarono una morbosa attenzione. Nel 2015 il museo il Las Vegas Erotic Heritage offrì ben 1 milione di dollari pur di accaparrarselo.

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Eleonora Lorusso