Marò, si pensa all'arbitrato internazionale
ANSA/ANGELO CARCONI
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Marò, si pensa all'arbitrato internazionale

Gentiloni non esclude la mediazione. "Latorre non può tornare in India", dice il ministro Pinotti. Richiamato per consultazioni l'ambasciatore

La questione dei due Marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso due pescatori indiani nel 2012, torna a farsi incandescente.

Il no della Corte Suprema alle richieste degli italiani
Dopo la doccia fredda causata dalla decisione del collegio di tre magistrati della Corte Suprema indiana che ha respinto le richieste dei militari, in Italia si cercano strade alternative.

La questione più difficile riguarda Massimiliano Latorre, in patria da settembre per curarsi dopo l'ictus che lo aveva colpito. Tramite gli avvocati aveva chiesto ai giudici indiani di restare in Italia altri quattro mesi. Le sue condizioni fisiche sono in effetti difficili: dovrà essere operato, i medici gli praticheranno un bypass coronarico.

Salvatore Girone invece, nella sua reclusione nell'ambasciata italiana a New Delhi aveva chiesto una licenza natalizia di 3 settimane.
Il presidente della Corte Suprema indiana, H. L. Duttu, è stato invece inflessibile nel suo doppio "no".


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Latorre non può partire
Le condizioni di Massimiliano Latorre non gli consentono di partire, ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, parlando davanti alle Commissione Esteri e Difesa a Montecitorio.
"Non è né un atto di sfida né una volontà di scontro, ma una serena e ferma presa d'atto di una situazione", ha spiegato Pinotti. "Non ho parlato di prove di forza, ma dato che cerco di seguire quotidianamente la situazione dei marò, anche dal punto di vista dei disagi personali, conosco perfettamente la situazione medica di Massimiliano Latorre. E per questo", ha sottolineato Pinotti, considerato che le date sono molto ravvicinate, dico che le sue condizioni non consentono una partenza dall'Italia".

Richiamato l'ambasciatore
Intanto il governo italiano ha deciso di richiamare l'ambasciatore in India, Daniele Mancini, per consultazioni. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha però sottolineato che non si tratta di una "rottura dei rapporti diplomatici". "Noi abbiamo bisogno di mantenere contatti diplomatici", ha osservato, rispondendo alle domande dei parlamentari nel corso dell'audizione delle Commissioni Esteri e Difesa. "Il richiamo è l'espressione di un malessere e la necessità di concordare con il proprio rappresentante diplomatico i passi ulteriori e successivi".

Arbitrato internazionale
Fra le possibili soluzioni alternative a quelle praticate fino a oggi, Gentiloni non esclude "l'avvio dell'arbitrato internazionale". L'opzione "è sul tavolo e una decisione verrà presa nei prossimi giorni". Finora il governo italiano non ha attivato la procedura per l'arbitrato internazionale, unica strada alternativa a quella politica e diplomatica, sostenendo che lo considerava un punto di arrivo e non di partenza.

Cabina di regia che includa le opposizioni
Fra le novità di questa mattina anche la proposta del presidente della Commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, di istituire una cabina di regia che includa le forze di opposizione per coordinare le iniziative sui due marò. Proposta sulla quale cresce di ora in ora il consenso sia degli esponenti del governo sia di quelli dell'opposizione.

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