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L’arresto del capo dell’intelligence siriana

Ali Mamlouk, n. 1 dei servizi segreti, è stato arrestato per aver tramato contro il regime di Assad. C'è Teheran dietro?

Per Lookout news

Il capo dei servizi segreti siriani Ali Mamlouk è stato posto agli arresti domiciliari e rimosso dal suo incarico per aver tramato un golpe contro il regime di Damasco. Direttore del Syria’s National Security Bureau, Mamlouk è accusato di aver avuto contatti con Paesi stranieri che appoggiano i ribelli siriani e con ex rappresentati del governo in esilio. Tra questi ci sarebbe anche Rifaat Assad, fratello minore del defunto presidente siriano Hafiz Assad e zio di Bashar, costretto a lasciare i vertici dello Stato a metà degli anni Ottanta e attualmente residente a Londra.

 Ali Mamlouk era uno dei pochi funzionari governativi di alto livello a mantenere un rapporto personale con Bashar Assad. Secondo una fonte vicina al palazzo presidenziale di Damasco, citata dal Telegraph, è grazie ai suoi contatti con i servizi segreti turchi che i ribelli siriani nelle ultime settimane hanno recuperato terreno, prendendo il controllo ad esempio della città di Jisr el-Shughur.

Il suo siluramento è l’ennesima dimostrazione dei dissidi che covano nell’entourage del presidente. Frizioni sempre più incontrollate, dovute principalmente al ruolo dell’Iran nella guerra in Siria. “La maggior parte dei consiglieri del palazzo presidenziale – spiega la fonte del Telegraph – sono di origine iraniana. Mamlouk detestava il fatto che ormai Damasco avesse ceduto la sovranità del Paese a Teheran”. E pare che della stessa opinione fosse anche Rustum Ghazaleh, capo della sicurezza politica, la cui uccisione lo scorso 24 aprile ha portato al licenziamento del generale Rafiq Shehadeh.

Nonostante la presenza di un fronte anti-iraniano ai vertici di Damasco, la componente collegata direttamente a Teheran resta maggioritaria. D’altronde, l’Iran considera fondamentale la tenuta del regime siriano in chiave anti-sunnita e poiché è attraverso la Siria che continua ad armare i libanesi di Hezbollah. Finora ha investito più di 15 miliardi di dollari per tenere in piedi il governo siriano e continuerà a perseguire il suo obiettivo, anche al costo di doversi fare largo tra i “cattivi consiglieri” di Assad.

Secondo il regime siriano Ali Mamlouk avrebbe avuto contatti anche Rifaat Assad, zio del presidente Bashar e attualmente in esilio a Londra

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