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ALEXANDER NEMENOV/AFP/Getty Images
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Tensione Turchia-Ue. Erdogan minaccia: "Aprirò le frontiere ai migranti"

Dopo il voto del Parlamento Europeo sullo stop ai colloqui con Ankara, il governo turco avverte ancora l'Europa

Non accena ad arrivare a una tregua lo scontro diplomatico tra Ankara e Bruxelles. "Apriremo le porte dell'Europa a milioni di profughi", è la rinnovata minaccia del presidente Erdogan.

All'indomani del voto del Parlamento europeo, che ha dato l'ok al congelamento temporaneo dei colloqui di adesione della Turchia all'Ue, il presidente turco accusa: "Noi ci stiamo occupando di 3 milioni e mezzo di rifugiati, l'Europa ha peccato di disonestà verso l'intera umanità, lasciando che bambini morissero nel Mediterraneo. Non ha mantenuto le promesse accorgendosi dei rifugiati solo quando in 50 mila erano ammassati al confine".

L'europa "è stata salvata" dalla Turchia, ha proseguito Erdogan "perché a Bruxelles non sapevano cosa fare". Così il presidente turco ha rinnovato l'avvertimento: "Sanno benissimo che se andranno avanti votando contro di noi, quella stessa frontiera sarà aperta". 

E anche se poche ore fa la risoluzione con cui il Parlamento europeo ha chiesto la larga maggioranza di sospendere il negoziato per l'adesione della Turchia all'Europa ha dimostrato un valore non vincolante dal punto di vista giuridico, il segnale politico lanciato è stato forte. "Le misure repressive adottate dal governo turco nel quadro dello stato di emergenza sono sproporzionate, attentano ai diritti e alle libertà fondamentali sanciti nella costituzione turca e minacciano i valori democratici dell'Unione europea".

Questo a dimostrazione che la distanza tra l'Ue la Turchia non è mai stata così grande dacché iniziò il processo negoziale nel 2005. "Cinque anni fa - sintetizza il Financial Times - la Turchia era considerata l’esempio di un matrimonio possibile tra l’islam e la democrazia. Oggi quel momento appare molto lontano".  

Difficilmente ci sarà però una sospensione formale del negoziato, data la contrarietà della Commissione e della stessa Federica Mogherini.  Il motivo per cui la risoluzione del Parlamento Ue rimarrà lettera morta e il negoziato, formalmente, non sarà congerlato, lo spiega oggi il Washington Post: "L’Ue ha le mani legate dalla questione dei migranti"

Ovvero: l'Ue ha siglato sei mesi fa un accordo con la Turchia, del valore di tre miliardi di euro (che potrebbero diventare sei nei prossimi anni), affinché gestisca la bomba migratoria siriana al posto dell'Europa. Qualcuno ora teme che Erdoğan possa ignorare l’accordo sui migranti e che smetta di contenere il flusso di rifugiati che tentano di raggiungere l’Europa, aprendo e chiudendo i flussi come arma di ricatto negoziale. La prudenza della Commissione si spiega anche così. Inoltre, secondo l'Ue, tagliare i ponti con la Turchia rischia di farla scivolare definitivamente nella dittatura.  

A rendere improbabile lo scenario auspicato dal Parlamento Ue c'è poi un altro fatto: la Turchia è un Paese Nato. Ha il secondo esercito, numericamente parlando, di tutta l'Alleanza atlantica. Evitare che vada per conto proprio è questione di sicurezza strategica, anche per l'Ue. Insomma: i turchi non hanno nulla da temere. La risoluzione odierna non cambia i termini della questione.

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