La lettera di Bergoglio ad Assad
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La lettera di Bergoglio ad Assad

Il Papa ha fatto recapitare al presidente siriano una missiva chiedendogli di moltiplicare gli sforzi per mettere fine alla guerra

È stato il nunzio apostolico Mario Zenari a consegnare personalmente al presidente Assad la lettera che aveva preparato papa Bergoglio. Una lettera dove il pontefice esprime solidarietà al popolo siriano, condanna ogni forma di estremismo e chiede al numero uno di Damasco di «moltiplicare gli sforzi di tutti per mettere fine alla guerra in Siria e ripristinare la pace».  

Assad, secondo l'agenzia Sana che pubblica alcuni stralci della missiva, si sarebbe complimentato  con Zenari per la sua recente promozione a cardinale, ha sottolineato «la grande importanza che il Papa accorda alla Siria e al suo popolo», ma non avrebbe fornitp risposte di merito alle richieste del Papa:  «Lo Stato e il popolo siriano - avrebbe detto Assad - sono risoluti nel ripristinare la sicurezza e la stabilità ed è intenzionata a continuare sulla strada delle riforme, perché questa è la via migliore per realizzare questo obiettivo».  

NONVIOLENZA ATTIVA E CREATIVA
Francesco era tornato domenica 10 dicembre, all'Angelus dell'Avvento, a chiedere la pace per la Siria e l’impegno di tutti per proteggere la popolazione di Aleppo. «Purtroppo ci siamo ormai abituati alla guerra», che ha definito «un cumulo di soprusi e di falsità». «Ogni giorno sono vicino, soprattutto nella preghiera, alla gente di Aleppo, non dobbiamo dimenticare che Aleppo è una città, che lì c’è della gente: famiglie, bambini, anziani, persone malate».

 Il Messaggio del Papa diffuso oggi per la Giornata mondiale della Pace che la Chiesa celebra ogni primo gennaio ha sottolineato invece l'importanza della «nonviolenza attiva e creativa» e il rigetto della violenza, «che non è la cura per il nostro mondo frantumato», attraversato da una «terza guerra mondiale a pezzi», da imponenti flussi migratori e dalla crisi ambientale. La violenza, ha detto il Papa, ha l'unico effetto di «scatenare rappresaglie e spirali di conflitti letali che recano benefici solo a pochi “signori della guerra”».  

 IL BARLUME DI SPERANZA DEL VESCOVO CALDETO
Oggi, in concomitanza con la conquista di gran parte di Aleppo da parte delle forze russo-siriane, il vescovo Caldeo di Aleppo, Antoine Audo, ha parlato invece di un «miglioramento sensibile con l’avanzata delle forze governative e il ritiro delle milizie»:   «C'è barlume di nuova speranza alla luce dell’avanzata dell’esercito siriano, soprattutto ai margini del quartiere di al-Shaar. Da quando l’esercito siriano ha iniziato a riprendere il controllo della situazione della sicurezza - comunica - l’ottimismo ha cominciato a irradiarsi di nuovo nei cuori dei cittadini che vedono vicino un ritorno della situazione nel suo corso e la possibilità di ritrovare una certa stabilità»

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