Nazanin-Zaghari-Ratcliffe
Chris J Ratcliffe/Getty Images)
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Iran: il caso della cooperatrice inglese accusata di spionaggio

Nazanin Zaghari-Ratcliffe, condannata a 5 anni e in isolamento da mesi, starebbe subendo gravi torture psicologiche nel carcere a Teheran

C’è una cooperatrice umanitaria inglese di origine iraniana, Nazanin Zaghari-Ratcliffe, in carcere in Iran da aprile 2016 su cui pende una condanna a 5 anni (ma ne rischia 16) perché è accusata di propaganda e spionaggio. Proprio come Ahmadreza Djalali, il medico iraniano arrestato a Teheran.

Nazanin Zaghari-Ratcliffe ha 37 anni e da quando è stata fermata a Teheran vive “in isolamento, con pressioni psicologiche elevatissime” definite “una tortura” dalla difesa e dalla sua famiglia. Questa è la sua storia.

La storia

La donna, che ha 37 anni, prima dell’arresto aveva lavorato per la BBC per poi impegnarsi con la Thomson Reuters Foundation come project manager. Il 3 aprile 2016, dopo aver fatto visita alla famiglia nel suo Paese d’origine, si stava per imbarcare con sua figlia Gabriella (22 mesi) su un volo da Teheran per Londra, quando è stata arrestata all’aeroporto dalle Guardie Rivoluzionarie con l’accusa di "aver tentato di rovesciare il governo" tramite "l'addestramento di alcuni giornalisti". Imputazioni più specifiche però non sono mai state rese note.

"In realtà Nazanin Zaghari-Ratcliffe non mai lavorato per la BBC Persian", hanno dichiarato dalla BBC World Trust e ha lasciato la BBC nel 2011 per unirsi alla Thomson Reuters Foundation dell'agenzia di stampa.

Fermata Zaghari-Ratcliffe in un primo momento era stata segregata in un luogo sconosciuto a Kerman, a 1000 km a sud da Teheran, per poi venire trasferita nelle carceri della capitale.

Anche la bambina era dovuta restare in Iran, dove si trova ancora. Le autorità, ha dichiarato il marito alla Cnn, “hanno ritirato il passaporto anche della piccola, nonostante sia di nazionalità britannica, e l’hanno affidata ai nonni”.

Da mesi, Nazanin infatti non vede la figlia e per un primo momento ne ha potuto neanche avvalersi di un avvocato. L’unica concessione che le è stata data è stata di telefonare ai suoi genitori, ai quali avrebbe rivelato di essere stata costretta a firmare una confessione.

La gaffe del ministro Johnson

Poi le cose sono precipitate. Il ministro degli esteri Boris Johnson, durante un'audizione alla Camera dei Comuni del 1 novembre 2017 si è lasciato sfuggire che per quel che ne sapeva “Nazanin Zaghari-Ratcliffe era in Iran semplicemente per insegnare giornalismo alla gente". Parole che si contraddirebbero con la tesi della difesa della donna convincendo ulteriormente Teheran di trovarsi di fronte a una spia straniera. 

La difesa della Reuters

Nonostante la gaffe del ministro inglese, l’amministratore delegato della Thomson Reuters Foundation, Monique Villa, ha tentato una difesa della donna invitando l’Iran a rilasciare Nazanin Zaghari-Ratcliffe ricordando che ”non ha mai avuto nessun tipo di rapporto professionale con l’Iran”. Ma il tempo vola e Nazanin e la sua bambina sono ancora in Iran.

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Chiara Degl'Innocenti