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Il governo incoraggia l'immigrazione clandestina

L’operazione Mare Nostrum è fallita; non ha alcun effetto deterrente e aiuta i trafficanti libici ad arricchirsi come dimostra l'ennesima strage del mare di ieri

Ne sono sbarcati 43 mila l’anno scorso, 25 mila nei primi quattro mesi di quest’anno e in 800/900 mila aspettano di imbarcarsi in Libia per venire in Italia con l’aiuto della Marina Militare. A questi vanno aggiunti quelli che non arrivano, che muoiono in mare come i 200 di ieri.

L’Operazione Mare Nostrum varata nell’ottobre scorso dal governo Letta e riconfermata lunedì dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi è riuscita ad evitare altri tragici naufragi ma con le sue cinque navi da guerra più elicotteri, aerei e droni non hanno mai scoraggiato i flussi migratori nonostante le assicurazioni in tal senso fornite sei mesi or sono dai ministri di Interni e Difesa Alfano e Mauro .

Gli ordini impartiti alla Marina sono di raccogliere in mare i migranti salpati dalla Libia e portarli in Italia. Nulla di meglio per incoraggiare un incremento dei flussi specie se si considera che solo l’Italia li accoglie in massa. Un vero regalo ai trafficanti a cui basta mettere in mare i barconi con pochi litri di carburante poiché dopo poche miglia pensa a tutto la Marina Militare al costo (per il contribuente italiano) di 9,5 milioni al mese solo per i costi di gestione delle navi più altri 210 milioni da novembre (ma già finiti) per l’assistenza ai clandestini, o almeno a quelli che non fuggono dai centri d’accoglienza per vagare per l'Italia o cercare di raggiungere altri Paesi europei.

"Il sistema di accoglienza per i migranti è al collasso, non abbiamo più luoghi dove portarli e le popolazioni locali sono indispettite dal continuo arrivo di stranieri" ha detto ieri Giovanni Pinto , direttore centrale dell'immigrazione e della polizia di frontiera, in un’audizione alle commissioni Difesa ed Esteri riunite del Senato.

Dopo aver messo in guardia dai rischi di una nuova ondata di profughi in arrivo sulle coste italiane Pinto ha annunciato la messa a punto di "un piano per assicurare ulteriori 50 mila posti”.

Avanti c’è posto, sembra quindi essere lo slogan del governo che nel vertice sull’immigrazione di lunedì non è riuscito a decidere nulla di concreto se non chiedere di nuovo a ONU e Unione europea di intervenire in aiuto all’Italia accogliendo e assistendo i migranti. Inutile attendersi supporto da europei e Nazioni Unite e del resto l'eventuale (ma improbabile) disponibilità di altri Paesi ad accogliere clandestini non farebbe che ingigantire i flussi e i conti in banca degli schiavisti.

Anche il ritiro della flotta, chiesto a gran voce da Lega Nord e Forza Italia, non risolverebbe il problema ma provocherebbe la ripresa dei flussi verso Lampedusa. Al governo italiano spetta però l’onere di salvaguardare gli interessi nazionali e di esercitare il principio che non può essere concesso a chiunque lo voglia di raggiungere il territorio nazionale illecitamente. Il governo continua a sostenere che Mare Nostrum è una missione "a termine" ma senza un cambio di rotta radicale  il numero di clandestini che sbarcheranno in Italia dipenderà solo dalla quantità di imbarcazioni disponibili in Libia.

Eppure la presenza di grandi unità della Marina Militare consentirebbe a Roma di agire, invece di invocare invano l’aiuto internazionale, obbligando la Libia a riprendersi gli immigrati. Navi e fucilieri di Marina, oggi costretti a operare come complici indiretti degli schiavisti, sono perfettamente in grado di assumere il controllo di un tratto di costa libica sbarcandovi gli immigrati e invitando Ue, Onu e organizzazioni umanitarie a prestar loro assistenza. In pochi giorni si otterrebbe lo stop ai flussi migratori o almeno una loro forte riduzione perché nessuno è disposto a pagare i trafficanti sapendo che si ritroverà sulla sponda africana del Mediterraneo.

Questo è l’unico modo per impiegare correttamente in termini di credibilità e deterrenza gli strumenti militari messi in campo per l’Operazione Mare Nostrum tenuto conto che il fermo degli oltre 200 scafisti bloccati in questi sei mesi dalla Marina non ha avuto alcuna influenza sui flussi migratori illegali.

Il governo italiano sostiene che la Libia non sia in grado di collaborare perché non ha il controllo del territorio ed in effetti il Paese è nel caos al punto che ieri miliziani sono entrati in Parlamento impedendo la nomina di un nuovo premier. Ciò nonostante è evidente che le autorità libiche si prendono gioco di Roma e sono almeno in parte colluse con i criminali che gestiscono i flussi di migranti. Non si spiegherebbe altrimenti perché Tripoli abbia inviato l’esercito a presidiare i porti petroliferi per cacciare i miliziani e riprendere l’export di greggio ma non fa la stessa cosa nei porti utilizzati dai trafficanti.

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Gianandrea Gaiani