Canale di Suez 2, inaugurazione
KHALED DESOUKI/AFP/Getty Images
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Il maxigiacimento di gas fa sorridere anche l'Egitto

Il giacimento offshore scoperto da Eni ha una capacità di 850 miliardi di metri cubi e potrebbe soddisfare la domanda interna per i prossimi decenni

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Un immenso giacimento di gas offshore situato al largo delle coste egiziane. La scoperta è stata effettuata da ENI nel prospetto esplorativo denominato Zohr. Il pozzo Zohr 1X è situato a 1.450 metri di profondità, nel blocco Shorouk. L’area si estende per 100 chilometri quadrati ed è di competenza al 100% della società energetica italiana, in base a un accordo firmato nel gennaio del 2014 con il ministero del Petrolio e delle Risorse Minerarie egiziano e con la Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS).

 

ENI comunica che, stando alle prime informazioni geologiche e geofisiche raccolte, il potenziale di risorse del giacimento potrebbe arrivare fino a 850 miliardi di metri cubi di gas, corrispondenti a 5,5 miliardi di barili di greggio. Se queste stime dovessero essere confermate dalle prossime rilevazioni, la scoperta di gas effettuata da ENI sarebbe una delle più grandi realizzate non solo in Egitto e nel Mar Mediterraneo ma anche a livello mondiale, considerato anche il fatto che la struttura di Zohr potrebbe custodire altre risorse a profondità ancora maggiori. Nell’insieme queste risorse dovrebbe garantire all’Egitto la copertura della sua richiesta di gas naturale per decenni.

 

Schermata 2015-08-31 alle 12.38.46Le aree in cui opera ENI in Egitto

 

Soddisfatto l’amministratore delegato di ENI, Claudio De Scalzi, il quale il 30 agosto si è recato nelle scorse ore al Cairo per un vertice con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, con il primo ministro Ibrahim Mahlab e con il ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie Sherif Ismail. “La strategia che ci ha portato a insistere nella ricerca nelle aree mature di paesi che conosciamo da decenni si è dimostrata vincente – dichiara De Scalzi in una nota pubblicata sul sito di ENI - a riprova che l’Egitto presenta ancora un grande potenziale. Questa scoperta storica sarà in grado di trasformare lo scenario energetico di un intero Paese, che ci accoglie da oltre 60 anni. L’esplorazione si conferma al centro della nostra strategia di crescita: negli ultimi 7 anni abbiamo scoperto 10 miliardi di barili di risorse e 300 milioni negli ultimi sei mesi, confermando così la posizione di ENI al top dell’industria. Questa scoperta assume un valore ancora maggiore poiché fatta in Egitto, paese strategico per Eni, dove possono essere sfruttate importanti sinergie con le istallazioni esistenti permettendoci una rapida messa in produzione”.

 

L’Egitto si conferma dunque per ENI un partner strategico nel Mediterraneo. Attraverso la controllata IEOC Production BV, ENI opera nel Paese dal 1954. Tra i momenti salienti di questa lunga partnership, vi fu nel 1967 la scoperta di gas nel Campo di Abu Maadi. Negli ultimi tre anni è stata raddoppiata la produzione di petrolio nelle concessioni del Western Desert e di Abu Rudeis nel Golfo di Suez. Inoltre, in seguito alle scoperte effettuate nel prospetto Nidoco NW 2 (Nooros prospect), è stato dato nuovo impulso produttivo nell’onshore del Delta del Nilo. Numeri che fanno oggi di ENI il principale produttore di idrocarburi in Egitto, con una produzione equity di circa 200mila barili di olio equivalente al giorno.

 L’operazione di ENI è stata accolta positivamente da Matteo Renzi. Il primo ministro italiano da mesi punta con decisione sul rafforzamento delle relazioni economiche con l’Egitto e vede nel presidente Al Sisi l’unico interlocutore a cui l’Occidente può affidarsi nel tentativo di arginare l’avanzata dei gruppi jihadisti in Nord Africa.

 Sorride, ovviamente, anche l’Egitto. L’enorme quantitativo di risorse scoperto è infatti in grado di coprire la domanda egiziana di gas naturale per decenni. In un Paese in cui quotidianamente si registrano attentati e attacchi terroristici e dove il turismo, per anni l’unica vera fonte di ricchezza, è fortemente limitato per ragioni di sicurezza, dopo mesi di tensione arriva finalmente una buona notizia.

Eni, cosa cambia dopo la scoperta del maxi-giacimento

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