Hugo Chavez, il cancro e la maledizione di Simón Bolívar
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Hugo Chavez, il cancro e la maledizione di Simón Bolívar

Secondo alcuni, la malattia sarebbe stata l'effetto di pratiche occulte sui resti di Bolívar

Hugo Chavez era a Cuba, ma non per incontrare il suo amico Fidel Castro. Il presidente venezuelano si è sottoposto a un altro intervento chirurgico per tentare di rimuovere il tumore. Per lui questa non è la prima operazione. E a Caracas c'è già chi parla della "maledizione di Bolívar".

''Giorni fa ho sognato Gesù che m'ha detto: alzati Chavez non è tempo di morire, ma di vivere''. Il presidente venezuelano deve sentirsi un po' come Lazzaro, un uomo già morto tutto da resuscitare, insomma. Prima di partire per l'Avana, dove si è sottoposto al terzo intervento chirurgico in un anno e mezzo, il caudillo ha imbonito i venezuelani in una maratona televisiva di tre ore. Con al suo fianco un prete cattolico, Chavez ha spiegato ai suoi concittadini la parabola biblica, sottolineando che non mollerà nemmeno questa volta, nonostante il male lo stia mettendo duramente alla prova.

Magia bianca e nera. Rituali, medium e sciamani. Non si può comprendere a fondo il Venezuela se prima non si diventa famigliari con questo ricco retroscena, fatto di occultismo e fedeltà incondizionata. Tutto nel Paese "liberato" da Simón Bolívar è impregnato di fede e pratiche magiche. Entrando a Caracas una statua in bronzo campeggia sull'autostrada che collega l'aeroporto al centro della città: è Maria Lionza, la vergine adorata da milioni di venezuelani, la Madonna di Caracas, che cavalca un tapiro e che, nel lontano 1500, non si concesse ai conquistadores, nonostante le violenze subite.

Secondo la leggenda, Maria Lionza veglia sul Paese e, con le sue "corti" di spiriti, risponde ai problemi dei venezuelani che la pregano. Sulla montagna sacra di Sorte si tocca con mano questa magica realtà, che va ben oltre i romanzi di Marquez e che affonda le sue radici in archetipi lontanissimi, dove la religione cattolica si unisce sincreticamente alle credenze degli indios. E non è un caso che la "trinità" del culto di Maria Lionza sia composta dal Negro Felipe, il primo nero che combattè al fianco del Libertador, e dall'indio Guaicaipuro, emblema dell'energia selvaggia della natura.

Le Cortes al servizio di Maria Lionza sono una galassia complessa, che rimanda a specchio l'immagine di una società colorata a tinte forti. Ci sono persino spiriti malandros, criminali. Assunti in cielo dopo morti violente nei barrios più malfamati, i santos malandros, come scrive in una sua inchiesta la giornalista Rossana Miranda, autrice con Luca Mastrantonio del libro Hugo Chávez. Il caudillo pop, vengono pregati anche dai ricchi, che gli chiedono protezione e aiuto. Insomma, in Venezuela tutti girano con un santino in tasca, e guai a chi glielo tocca.

Sulla montagna di Sorte si va in pellegrinaggio. Come in un grande bazar esoterico, qui sopra ognuno trova quello che gli serve. Rituali di santeria, di magia bianca, pozioni d'amore, consultazioni con i propri defunti a mezzo sciamani in trance e, ovviamente, magia nera e pratiche occulte. A Sorte ci vanno tutti e tutto su quella montagna diventa possibile. Anche Hugo Chavez è solito frequentare quei boschi incontaminati. Vi si reca solitamente nottetempo, per consultare lo spirito di Simón Bolívar e chiedergli consiglio. Circondato da guardie del corpo, il presidente usufruisce di sedute private con i medium e poi torna al Palazzo Miraflores con le idee più chiare. Ma qualcosa ultimamente deve essere andata storta.

E' dal 16 luglio del 2010 che a Caracas si parla della "maledizione di  Bolívar". In quella data, Chavez fece riesumare le ossa del "padre della patria" venezuelano e commentò praticamente in diretta su YouTube i vari passaggi della cerimonia (come potete vedere nel video). "Morì piangendo e solitario - dice il presidente venezuelano di  Bolívar - e le sue ultime parole furono: cosa può fare un povero uomo contro il mondo?". Quest'ultima frase deve risuonare molto spesso nella testa del caudillo ultimamente, anche perché sembra che toccare le ossa di  Bolívar abbia un po' lo stesso effetto che scoperchiare il sarcofago di Tutankamon. Leggende, miti popolari, certo. Però, sulla montagna di Sorte ne sanno qualcosa di più.

Secondo i medium di Caracas, Hugo Chavez non si sarebbe limitato a far analizzare le ossa del Libertador, ma, con altri quattro funzionari del governo (tra cui sembra ci sia anche un ministro), avrebbe partecipato a un rituale Palero sulla montagna sacra. I riti Paleri sono specifiche pratiche derivanti dalla magia africana, che si fanno proprio sulle ossa dei morti. E qui, siamo nell'ambito dell'occultismo più hard.

Sempre secondo "fonti sciamaniche", Chavez avrebbe chiesto in una speciale seduta a Sorte di avere da  Bolívar un potere e una fama pari alla sua. Il presidente venezuelano non sarebbe nuovo a questo genere di pratiche, che ha svolto anche in passato con una spalla d'eccezione: Fidel Castro.

Delirio popolare o verità? Indipendentemente da come la si pensi, i fatti parlano chiaro: dei 5 uomini sulla montagna durante quel rituale Palero fatto nel 2010, 4 sono già morti e uno adesso è a Cuba per cercare di sconfiggere il cancro. Sia che si creda o no, insomma, quando si toccano certe energie misteriose è bene stare molto attenti. Come diceva Eduardo De Filippo: "Io a certe cose non ci credo, ma non si sa mai". Chissà se Chavez adesso si sta pentendo di aver "giocato" con i resti del Libertador.

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Anna Mazzone