Donne del muro a Gerusalemme
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Donne del muro a Gerusalemme

La battaglia delle ebree che vogliono pregare al Muro del Pianto. La polizia, puntualmente, le arresta. La loro colpa? Indossare abiti religiosi riservati agli uomini

Le chiamano “le donne del Muro”: una volta al mese, di prima mattina, si recano al Muro del Pianto, nel cuore di Gerusalemme, il luogo più sacro per l'Ebraismo... e pregano.

Ogni tanto, la polizia ne arresta qualcuna. La loro colpa? Intonare canti sacri, portare con sé rotoli della Torah (ossia il Pentateuco, la parte più sacra della Bibbia ebraica), e indossare indumenti religiosi tradizionalmente riservati agli uomini.

Un affronto alla religione ebraica, secondo i rabbini ortodossi. Ma anche un reato penale, secondo la Corte Suprema israeliana.

Anche se presto le cose potrebbero cambiare. Perché quello che prima era un piccolo movimento femminile, minoritario e isolato, sta diventando una questione politica in piena regola. Tanto che sono intervenuti membri della Knesset, il parlamento israeliano, e il dibattito si è esteso anche nella comunità ebraica americana.

Insomma: è accettabile che in un paese democratico si possa arrestare una donna per il solo “reato” di indossare uno zuccotto?

Il fatto è che in Israele i luoghi di culto sono sotto la giurisdizione delle autorità religiose. I siti ebraici, in particolare, sono sotto la giurisdizione del Rabbinato di Israele, un'istituzione ebraica ortodossa che, per una serie di motivi storici, è l'interlocutore principale del governo israeliano per quel che riguarda il rapporto con la religione ebraica. Ma che, come spiegheremo più avanti, non è affatto rappresentativa di tutto l'ebraismo.

L'ebraismo ortodosso proibisce esplicitamente alle donne di indossare gli indumenti religiosi considerati di appannaggio maschile: la kippah (lo zuccotto), lo scialle di preghiera (il tallith, o talled), e i filatteri (detti anche teffillin, strisce di cuoio contenenti versetti biblici). Inoltre, un'interpretazione rigida dell'ortodossia ebraica proibisce anche alle donne di cantare davanti agli uomini (e, di conseguenza, in ogni luogo pubblico). Ha fatto scalpore, per esempio, il caso di una ragazza, Ofir Ben Sheetrit, sospesa dalla scuola, un liceo religioso, per avere partecipato all'equivalente israeliano di X-Factor: la sua colpa non stava tanto nell'avere preso parte a un reality, quanto all'avere infranto la regola sulla voce femminile.

Tutto questo per spiegare che, per il Rabbinato ortodosso, quello che fanno le “donne del Muro” non è semplicemente un comportamento sconveniente: è un vero e proprio insulto alla religione e alla comune decenza.

Ma perché alcune di queste donne sono state arrestate? La spiegazione sta in una sentenza della Corte Suprema, che qualche anno fa ha stabilito che  “condurre cerimonie religiose contrarie alle pratiche accettate”, che potrebbero “offendere i sentimenti degli altri fedeli” nei pressi di un luogo sacro costituisce un reato.

Su quel “pratiche accettate” e “sentimenti degli altri fedeli” ci sarebbe però molto da dire. Come accennato prima, l'ebraismo ortodosso non è rappresentativo di tutto il mondo ebraico . Di correnti e scuole di pensiero ne esistono moltissime. Le tre principali “denominazioni” sono: ebraismo ortodosso (il più conservatore); ebraismo riformato (il più liberale); e ebraismo “conservativo” (una via di mezzo). Mentre l'ortodossia vieta alle donne di indossare lo zuccotto e lo scialle di preghiera, in realtà per i riformati è una pratica standard (per i conservativi la questione è più sfaccettata).

In America, che ospita la più grande comunità ebraica del mondo, i riformati sono la denominazione più grande (32%), seguiti dai conservativi (26%), mentre soltanto l'8% si definisce ortodosso. In Israele la cosa si fa un po' più complicata, perché, come già spiegato, il Rabbinato ortodosso è l'unica autorità religiosa ebraica riconosciuta dallo Stato. Ma si stima che gli ortodossi siano appena l'8% della popolazione : se a questi si sommano i cosiddetti “ortodossi moderni ” (che comunque hanno una visione più progressista del Rabbinato) si arriva al 20% della popolazione. Il fatto però è che a differenza degli ebrei americani, gli israeliani non-ortodossi, più che ad altre denominazioni religiose, tendono semplicemente a non essere religiosi. L'israeliano “laico” medio non va in sinagoga e men che meno al Muro del pianto, dunque se i rabbini proibiscono alle donne di pregare con la Torah in mano a lui non interessa.

Infatti tra le “donne del muro” ci sono anche molte americane: ha fatto scalpore, per esempio, il recente arresto di Susan Silverman, sorella della celebre comica Sarah Silverman (una specie di Woody Allen in gonnella).

Lunedì un centinaio di persone, prevalentemente ebrei americani, si sono riunite davanti all'ambasciata israeliana di Washington per protestare contro gli arresti delle “donne del muro”. E sempre lunedì, in occasione della preghiera mensile, un gruppo di parlamentari israeliane ha accompagnato le “donne del muro” a Gerusalemme. La presenza di tre politiche che godevano dell'immunità parlamentare (una del partito laburista, due del pacifista Meretz) ha impedito alla polizia di effettuare arresti, questa volta. Ma è stato anche un segnale: la politica, una certa politica, non intende più ignorare la questione.

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Anna Momigliano