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PHILIPPE LOPEZ/AFP/Getty Images
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Francia: risale l'allarme terrorismo in vista delle festività di Natale

Il procuratore di Parigi rende noto che 5 arrestati preparavano attentati nella capitale e a Disneyland. E mette in guardia sul futuro

I cinque uomini arrestati nel corso dei raid compiuti dalle forze di sicurezza francesi durante lo scorso fine settimana tra Strasburgo e Marsiglia stavano progettando un attacco terroristico da mettere in atto la prima settimana di dicembre. Il commando di terroristi avrebbe ricevuto ordini precisi da parte dello Stato Islamico, provenienti da Iraq e Siria: è questa la tesi del procuratore di Parigi, Francois Molins, che ha riferito in conferenza stampa come "sia al commando di Strasburgo sia all’uomo arrestato a Marsiglia, erano state date istruzioni precise per acquistare armi. Tali istruzioni provenivano da un comandante della regione iracheno-siriana tramite applicazioni criptate".

Molins ha inoltre riferito alla stampa come per questi presunti terroristi siano state applicate le nuove norme anti-terrorismo, che permettono alle autorità di tenere gli uomini in stato di detenzione senza formulare accuse più a lungo del periodo massimo stabilito dalla legge francese.

Parigi (e Disneyland) nel mirino
Secondo gli investigatori, i sospetti attivati dallo Stato Islamico erano pronti a colpire obiettivi nella zona di Parigi. Questo perché le linee strategiche dello stragismo jihadista sarebbero recentemente mutate: non più - o non solo - obiettivi civili, come richiesto espressamente dall’ex mente stragista Abu Mohammed Al Adnani, portavoce dello Stato Islamico nonché uno dei suoi principali ideologi, ucciso in un raid aereo vicino ad Aleppo lo scorso agosto.

Nel mirino del Califfato adesso ci sarebbero direttamente le istituzioni e le forze di sicurezza. In particolare, secondo fonti della polizia il commando francese avrebbe dovuto colpire: la sede della DGSI, l’agenzia d’intelligence interna francese (Direction Générale de la Sécurité Intérieure), che si trova nel sobborgo di Levallois-Perret a nord-ovest di Parigi; la sede della polizia e il Palazzo di Giustizia, che si trovano nella centralissima Quai des Orfèvres sull’Ile de la Cité, la famosa isola sulla Senna che ospita anche la Cattedrale di Notre-Dame de Paris. Tra gli obiettivi civili ci sarebbero stati invece: gli Champs-Elysées, il grande viale dello shopping che conduce all’Arco di Trionfo nel cuore di Parigi; e il parco dei divertimenti Disneyland Paris, che si trova a una trentina di chilometri a est della capitale. Tutte queste informazioni sarebbero state rinvenute dagli inquirenti nei messaggi criptati di uno smartphone appartenente a uno dei sospetti presi in custodia.

I timori del governo francese
Dopo che il ministro degli Interni Bernard Cazeneuve, commentando il raid antiterrorismo, ha spiegato come non vi sia mai stata “una minaccia terroristica così alta in Francia, con diversi attentati in diversi siti della Nazione”, l’Eliseo teme adesso che il periodo delle festività natalizie possa riservare altre brutte sorprese alla Francia. Anche perché questo periodo coincide con le primarie politiche del centro-destra: il 27 novembre, infatti, si conoscerà il nome del candidato che sfiderà Marine Le Pen e il Front National alle politiche della primavera prossima, ovvero uno tra Francois Fillon o Alain Juppé.

Come noto, la destra di Le Pen chiede l’inasprimento delle misure di sicurezza contro il terrorismo e i Repubblicani non possono essere da meno, se desiderano avere buone chance di ottenere la presidenza, dato che questo tema è probabilmente il più sentito dalla popolazione francese, terrorizzata da due anni di attentati sanguinosi e considerato che dal gennaio 2015 a oggi più di 230 persone sono state uccise in attacchi terroristici sul suolo francese.

Un futuro di tensione
La Francia, attualmente, è ancora sotto lo stato di emergenza e nonostante la polizia abbia ottenuto notevoli risultati negli ultimi mesi grazie anche ai poteri più ampi, la minaccia del jihadismo internazionale resta alta e sembra non arrestarsi nonostante le sconfitte patite in Siria e in Iraq dagli uomini del califfo Al Baghdadi, da cui (quasi) tutto è originato. Il ritorno dei foreign fighters dalle zone di guerra, la voglia di vendetta dei salafiti per l’imminente sconfitta militare dello Stato Islamico e una situazione sociale esplosiva (Marsiglia, dove quasi il 30% della popolazione è musulmana, è un fulgido esempio dei timori giustificati dei francesi) potrebbero comportare per la Francia la prosecuzione di un periodo difficile e doloroso.

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Luciano Tirinnanzi