Emmanuel Macron
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La Francia di Macron senza medicine

E' emergenza medicinali in Francia dove farmaci di prima necessità o anti tumorali sono difficili da reperire. E curarsi è un problema

La diagnosi c’è, ma il malato non guarisce, o meglio, potrebbe guarire, ma non può curarsi. E’ allarme farmaci in Francia, dove un francese su quattro non riesce a trovare nelle farmacie le medicine di cui ha bisogno.
Negli ultimi dieci anni, non si contano le volte in cui Oltralpe sono andate esaurite le scorte di farmaci da banco e ospedalieri, reiterando una crisi che tocca tutto il Paese. Passi per le aspirine, ma quando mancano vaccini, antibiotici, farmaci contro il Parkinson, l’ipertensione, i problemi cardiaci e le patologie oncologiche, il problema sanitario assume proporzioni colossali.
Solo nel 2017, l’allarme per mancanza di medicinali è scattato per ben 530 volte in tutta la Francia. Un triste record che ha creato molti problemi soprattutto alle fasce più deboli di malati: quelli neurologici e oncologici.
In tutto questo, si rincorrono gli annunci dei vari ministri che si avvicendano al dicastero della Salute, che assicurano che la penuria di medicine verrà risolta al più presto. Ma, intanto, i francesi non vedono alcun cambiamento, e – anzi – la situazione si aggrava mese dopo mese. A giugno di quest’anno un nuovo esaurimento delle scorte ha messo in ginocchio le farmacie di Parigi per diversi giorni.
Secondo gli esperti, la mancanza di farmaci è dovuta principalmente alla delocalizzazione della produzione. L’ 80% dei principi attivi viene infatti fabbricato fuori dall’Europa, principalmente in India e Cina. Bruxelles tuona che c’è bisogno di leggi restrittive ad hoc, per regolare il settore. Ma, finora la Commissione non ha mosso un passo, nonostante l’allarme farmaci tocchi anche altri Paesi oltre alla Francia, che ne è particolarmente colpita.
Le associazioni che si occupano dei diritti dei malati puntano il dito contro le industrie, accusate di essere responsabili per la scarsità dei medicinali. Strategie finanziarie speculative, questa è l’accusa ai giganti della chimica farmaceutica, che – concentrando la produzione fuori dall’Europa – vedono aumentare in modo esponenziale i margini di profitto su pillole e farmaci salvavita. Sulla pelle dei malati.

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Oriana Allegri