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ANSA/EPA/JAY ROMMEL LABRA
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Un ristoratore italiano (ed ex-missionario) rapito nelle Filippine

Rolando Del Torchio è stato prelevato da un commando nel suo locale a Dipolog: terroristi islamici o una banda a caccia di riscatto?

Prelevato nel suo locale di Dipolog, nelle Filippine, da un gruppo di almeno sei uomini armati e quindi portato via a gran velocità a bordo di un minivan per poi essere trasferito a bordo di una barca che ha subito preso il largo in mare aperto: questa, seconda la ricostruzione delle forze di sicurezza, la dinamica del rapimento dell'italiano Rolando Del Torchio, 53 anni, un passato da missionario prima di impegnarsi nella ristorazione.

Per riscatto o per terrorismo?
Il commissario della polizia locale, Rabie Hachuela, ha riferito che le telecamere di sicurezza potrebbero fornire qualche traccia per identificare i sequestratori, mentre elicotteri militari, motovedette della Marina e dell'esercito e forze di terra stanno setacciando le coste della penisola di Zamboanga, e anche della vicina provincia di Sulu, che offrono da tempo nascondiglio ai miliziani di Abu Sayyaf, un gruppo islamista separatista legato ad al-Qaeda e accusato di molti attentati e sequestri di stranieri, spesso conclusi con la decapitazione degli ostaggi.

La pista dell'estremismo islamico non convince però padre Giovanni Re, superiore regionale del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) nelle Filippine: "E' più probabile che il rapimento sia opera di gruppi in cerca di riscatto che non di miliziani islamisti", ha detto il religioso parlando con AsiaNews. "Inoltre, l'atto non è necessariamente da inserire nel contesto dei conflitti fra i gruppi separatisti islamici di Mindanao e il governo, così come non si può dire che sia stato fatto per boicottare o per mettere in crisi gli accordi raggiunti, anche perché a Dipolog non ci sono conflitti tra cristiani e musulmani".

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Redazione