Bernie Sanders, il radical che sfida Hillary Clinton
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Bernie Sanders, il radical che sfida Hillary Clinton

Il senatore indipendente del Vermont, paladino della sinistra socialista, è in vantaggio, secondo i sondaggi, sull'ex segretario di Stato in Iowa

  Il senatore indpendente del Vermont, il 74enne Bernie Sanders, scalza per la prima volta Hillary Clinton e si piazza al primo posto tra i contendenti per la nomination democratica nella corsa alla Casa Bianca in un sondaggio di politico condotto in Iowa, stato chiave che dà inizio alle primarie. Il candidato, partito come outsider, starebbe scalando molte posizioni anche in New Hampshire, altro Stato chiave per decidere la corsa finale.  Ma chi è  Bernie Sanders? Perché questo anziao signore di idee radical  ha scelto di sfidare il favoritissimo ex segretario di stato? Per capirlo si deve guardare alla biografia politica di quest'uomo di 73 anni, energico e irrequieto come spesso lo sono coloro che hanno speso una vita a inseguire i propri ideali.

Lui si è descritto come un socialdemocratico. Il che equivale in economia essere qualche gradino molto più in sù e a sinistra di un semplice liberal. Le sue battaglie da quando è stato eletto a Capitol Hil, prima nel 1990 alla Camera dei Rappresentanti e poi nel 2006 al Senato, testimoniano la fedeltà alla sua idea. Membro della commissione bilancio, Sanders non è guardato in faccia a nessuno: è stato duramente critico sia con George W. Bush, sia con Obama.

Nel corso degli anni passati al Campidoglio, Sanders ha stabilito un record di voti progressisti che pochi altri possono vantare. Nel 1996 votò contro il  Defense of Marriage Act, la legge che autorizzava il matrimonio solo tra uomo e donna; dieci anni più tardi, Sanders sarebbe diventato uno dei più accesi fautori delle unioni omosessuali. Paladino dei diritti civili e sociali. difensore dell'ambiente, il senatore ha fatto sue anche le battaglie sulle tasse. Votò contro i tagli decisi da Bush e poi confermati da Barack Obama.

Riempire un vuoto sinistra
Bernie Sanders è dunque il tipico candidato progressista senza alcuna tentanzione centrista. Un liberal "integrale" che sfida Hillary Clinton ben sapendo di non poterla battere. I sondaggi gli danno il 5% delle preferenze. Hillary è 61 punti avanti. Perché allora ha deciso di scendere in campo? Per bisogno di visibilità? No. Probabilmente lo fa perché vuole pungolare da sinistra l'ex segretario di stato. Vuole costringerla ad assumere posizioni più di sinistra durante la sua campagna elettorale, visto che, se non lo farà lui, non lo farà nessuno.

Elisabeth Warren, la senatrice liberal, l'unica candidata che poteva mettere un poco in difficoltà Hillary infatti non sarà della partita. Non ha voluto partecipare alle primarie. Lì, a sinistra è quindi rimasto un vuoto che Bernie Sanders ha deciso di colmare. Non con l'idea di vincere ma semplicemente di tirare per la giacchetta Hillary.

Nella sua impresa sarà aiutato da molti piccoli finanziatori, tanti cittadini che gli daranno piccole cifre di denaro. Un vascello contro una corazzata (Hillary ha già raccolto diversi milioni di dollari), ma a Bernie Sanders interessa soprattutto essere coerente, seguire la strada tracciata dalle sue idee. 

L'importante è ricordare a Hillary che esiste un'America Liberal. Con il senatore in campo, Hillary non se lo scorderà.



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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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