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Elezioni in Spagna: al momento vincono gli indecisi

I sondaggi dicono che il 41% degli elettori non sa ancora a chi dare il suo voto. Unica certezza: finirà l'era del bipartitismo Pp-Psoe

Comunque vadano le elezioni, quello di domenica sarà per la Spagnaun voto storico, che vedrà la fine dell'era del bipartitismo Pp-Psoe - le due forze politiche che hanno governato dalla fine del Franchismo a oggi - per fare posto in Parlamento ai due nuovi movimenti anti-casta rappresentati da Podemos e Ciudadanos, destinati secondo i sondaggi a raccogliere più di un terzo dei 350 seggi.

Le donne ancor più degli uomini
A proposito di exit-poll, va detto che l'esito della consultazione è ancora decisamente aperto, partendo dal fatto che - secondo un recente sondaggio - il 41% degli aventi dirittoè ancora indeciso sulla forza a cui destinare il proprio voto, con il dato che sale al 62% tra le donne. Pressoché certo è invece che nessun partito spagnolo riuscirà ad avere i 176 deputati necessari per la maggioranza assoluta, per cui il Paese sarà inevitabilmente governato da una coalizione di almeno due partiti. Il problema, appunto, è quali...

La costituzione del nuovo governo si preannuncia infatti assai problematica, se prenderanno forma nelle urne le previsioni pre-elettorali, che danno il Pp del premier uscenteMariano Rajoy al 25-28% (ovvero con 100-120 deputati), il Psoe diPedro Sanchez al 20-21% (80-90 seggi), Podemos di Pablo Iglesias appena più indietro al 19-20,5% (70-80 deputati) e Ciudadanos di Albert Rivera al 5-16% (50-60 seggi). Il resto, pari a un totale di 30-40 deputati al Parlamento di Madrid, verrebbe invece diviso fra i partiti nazionalisti regionali e Izquierda Unida, data da sola al 3-4% con 2-4 deputati. Un'articolata distribuzione del voto che rende più che concreto l'allarme governabilità lanciato nell ore pre-voto da diversi analisti politici e finanziari.

I rischi per l'economia 
In particolare, Deutsche Bank, Barclays e Nomura hanno posto l'accento sul rischio di un rapido ritorno alle urne se non emergeranno maggioranze coerenti (ovvero se Pp e Ciudadanos non arriveranno insieme a 176 seggi, così come in alternativa Psoe e Podemos), con inevitabili conseguenze negative per la ancora fragile economia spagnola. Quanto a una alleanza strategica Pp-Psoe, è stata del tutto esclusa dall'ex-leader socialista Alfredo Rubalcaba, mentre Albert Rivera ha a sua volta etichettato come impossibile una coalizione Psoe-Podemos-Ciudadanos della serie "tutti contro il Pp".

Come sempre in tali situazioni di incertezza, potrebbero quindi risultare decisive le ultime ore di campagna elettorale, già contrassegnata dalle offese al premier uscente pronunciate dal leader socialista Pedros Sanchez nelduello Tv di lunedì scorso e dall'aggressione subita ieri a Pontevedra sempre da Mariano Rajoy, colpito con un pugno al volto da un giovane radicale.

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Redazione