La figuraccia di Terzi, i limiti del Governo dei "tecnici"
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La figuraccia di Terzi, i limiti del Governo dei "tecnici"

La vicenda dei due marò è la prova del fallimento dei professori in politica e della pochezza del nostro paese

Uno come Terzi, che scappa dopo aver provocato anche lui la peggiore figura dell'Italia col mondo intero degli ultimi sessant'anni, c'è stato chi (Maurizio Lupi) l'ha definirto "nobile". Ma nobile de che?

Abbiamo due soldati in mano a un paese che riserva loro un trattamento  mai usato per nessun altro militare nelle stesse condizioni. Sappiamo  bene (ne parlava anche Gianni Riotta in un bellissimo editoriale sulla  Stampa di qualche giorno fa) che incidenti come quelli della Lexie sono  all'ordine del giorno, in quei mari infestati di pirati. E spesso ci  scappano i morti, purtroppo. Ma con gli USA o la Gran Bretagna, per  esempio, mai il governo e la giustizia indiani si sono sognati  d'arrestare e trattenere (per più di un anno!) i militari posti a  guardia dei convogli navali.

Allora diciamolo, una volta per tutte e dopo quest'altro disastro (che non sarà l'ultimo, perché la fine di Cipro, per noi, è dietro una porta già bell'e spalancata), che avevamo ragione a dire che affidare il governo ai professori, stante la nostra università da ridere in ogni classifica mondiale, era un suicidio di dignità e reputazione.

Diciamolo che lasciare due nostri dignitosissimi soldati in balia non della giustizia, ma della casualità di giudizio (che è un'altra cosa) di un governo in cerca di riconoscimento della propria autorevolezza, è un capolavoro di insipienza che sfocia nella coglioneria. Ma, soprattutto, diciamolo che l'avanti e 'ndré dei due Marò da quella parte del mondo è una fregnaccia che non si vedeva dai tempi del cavallo di Caligola.

Per la dignità nazionale e sua spero che il PdL, che già sotto elezioni stava lì lì per imbarcare il ministro Terzi in lista, non si sogni di considerarlo un attore credibile della politica futura.

Sarebbe la fine della speranza d'avere una destra seria. E la controprova che l'Italia è veramente una repubblica democratica fondata sull'8 settembre.

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Nazzareno Carusi