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Donald Trump e i dubbi sulla sua salute mentale

Un professore di Yale, chiamato da una parte dei senatori del Congresso, ha analizzato messaggi e gesti del presidente americano

I tweet del presidente Donald Trump appaiono troppo estremi? Il suo modo di bere o parlare sembra sempre meno fluido? È per questo che una dozzina di membri del Congresso Usa (dodici democratici e un repubblicano, per l’esattezza) si sono attrezzati con tanto di psichiatra per capire se il presidente è ancora in grado di proseguire il suo mandato. 

I dubbi del Congresso

Sul sito Politico.it si legge di ben due incontri, avvenuti il 5 e il 6 dicembre a Washington, a cui ha partecipato anche Bandy X. Lee, docente della scuola di medicina dell'Università di Yale.

Fin qui niente di strano se non fosse che professor Lee, che è anche il curatore del libro "Il pericoloso caso di Donald Trump” che include 27 testimonianze di psichiatri ed esperti di salute mentale, è stato chiamato per dare un giudizio sulla “pericolosità”, appunto, del presidente. Durante il dibattito il dottor Lee ha potuto constatare che a sorpresa l'interesse per le sue scoperte era enorme. "Il livello di preoccupazione dei senatori riguardo all’instabilità del presidente è sorprendentemente alto", ha rivelato il professore al termine della sua due giorni a Washington.

Ma qual è il motivo di una simile riflessione? In primis gli ultimi scambi verbali, tra minacce e insulti, avvenuti tra l'inquilino della Casa Bianca e il leader nordcoreano Kim Jong-un: da "Rocket Man" a "piccolo e grasso", fino alla competizione nata sul “bottone per il nucleare”. Un comportamento che ha allarmato non poco anche una parte dei democratici.

A Washington, la preoccupazione è crescente e l’imbarazzo è palpabile al punto tale che la portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, alla domanda di un giornalista che le chiedeva conto della salute del presidente riguardo ai tanti messaggi, non ha saputo cosa rispondere.

Secondo Lee, l’uso compulsivo dei social da parte di Trump, definito “un’ondata di tweet”, altro non è che “un pericoloso segnale di cedimento da stress”. E valutandone uno ad uno ha riferito: “Sta peggiorando, le pressioni lo renderanno incontenibile".

Comunicazione non verbale di Trump

Ovviamente ogni gesto del presidente viene messo sotto la lente. Per esempio, analizzando alcuni frame di recenti discorsi tenuti da Trump, dove il Tycoon si è soffermato a bere, ha destato l’interesse degli esperti il modo in cui The Donald ha preso il bicchiere e lo ha portato alle labbra: avidamente e con due mani. Un’anomalia e una mancanza di fluidità nei movimenti che ha destato dei sospetti.

Dopo i 40 anni, il cervello diminuisce di circa il 5% ogni 10 anni. La perdita più evidente è nei lobi frontali che controllano la funzionalità dei movimenti, come portare una mano verso una tazza e una tazza alla bocca in un unico movimento fluido e, nella maggior parte dei casi, senza nemmeno guardarla.

I lobi frontali controllano anche processi molto più importanti, dalla semplice espressione al giudizio, fino all'impulsività. Tutti sperimentano almeno un certo grado di declino cognitivo e motorio (si parla di circa l' 8,8%) soprattutto con il sopraggiungere dei 65 anni.


Il prossimo accertamento

Ecco perchè a ogni presidente, in particolar modo se anziano, è richiesto un esame fisico annuale. Quello a cui Trump si sottoporrà presso il Walter Reed National Military Medical Center è stato fissato per il 12 gennaio. Anche se, alla luce di quanto è stato scritto, l'utilità di un esame fisico standard - ovvero un accertamento della pressione e l'esame del peso e del sangue - è scarsa rispetto al valore di una valutazione neurologica, psicologica e psichiatrica completa. 

Il 25esimo emendamento

Ad ogni modo l’analisi del professor Lee ha riportato alla ribalta un argomento scottante per la Casa Bianca: il 25esimo emendamento. Per invocarlo sarebbe sufficiente che il vice presidente e la maggioranza del gabinetto scrivessero in modo formale al Congresso una dichiarazione con le prove di una mancata capacità del presidente di esercitare i poteri e i doveri del suo mandato. Ma le prove dello psichiatra di Yale da sole non bastano.

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Mark Wilson/Getty Images
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump al Ronald Reagan Amphitheater, Washington Dc, 18 dicembre 2017

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Chiara Degl'Innocenti