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Corea del Nord, giustiziato il capo delle Forze armate

Il regime ha condannato a morte Ri Yong-gil, ritenuto colpevole di "corruzione, cospirazione e ricerca di guadagno personale"

La Corea del Nord si avvia alla chiusura dei festeggiamenti del Capodanno lunare, resi speciali dal "successo" (confermato a denti stretti da Seul) del lancio del razzo che domenica ha mandato in orbita il satellite Kwangmyongsong-4: una mossa che ha trovato l'unanime condanna internazionale, dall'Onu agli Usa fino all'alleato storico, la Cina, pur se con una sfumatura orientata alla prudenza.

Le colpe del comandante

In attesa che il Consiglio di sicurezza decida quali sanzioni aggiuntive adottare (la reazione a un'analoga mossa del Nord del 2012 fu molto più rapida), anche considerando il quarto test nucleare del 6 gennaio, dalla Corea del Sud è rimbalzata la notizia che il regime ha fatto giustiziare il capo delle forze armate Ri Yong-gil, colpevole di "corruzione, cospirazione e ricerca di guadagno personale", hanno riferito i media di Seul. Ri, alla guida della Korean People's Army dal 2013 e appena pochi giorni fa sostituito da Ri Myong-su, ex ministro della Sicurezza, è diventato l'ultimo target delle epurazioni del leader Kim Jong-un, usate per consolidare il potere ereditato dal padre Kim Jong-il a dicembre del 2011.

I plotoni d'esecuzione

Decine di funzionari, civili e militari sarebbero, secondo l'intelligence di Seul, finiti davanti al plotone d'esecuzione, con lo zio e tutore Jang Song-thaek di gran lunga la vittima più illustre. I Paesi vicini, Corea del Sud e Giappone, hanno deciso di adottare provvedimenti unilaterali immediati contro Pyongyang in risposta al lancio del razzo visto come test missilistico. Il parlamento di Seul ha votato una risoluzione di condanna dell'iniziativa ("che minaccia la pace della penisola"), mentre il governo ha sospeso l'operatività dell'area industriale di Kaesong, a sviluppo congiunto, allo scopo di chiudere una delle fonti principali di valuta estera del regime grazie agli oltre 40.000 nordcoreani al lavoro nelle 130 aziende circa sudcoreane attive nella zona. Il Nord ha incassato 616 miliardi di won (450 milioni di euro) dal distretto a partire dall'apertura del 2003.

L'allarme nucleare

Tokyo, dopo la breve stagione del dialogo, ha varato sanzioni simboliche i cui effetti avranno scarsa rilevanza considerando i rapporti bilaterali ridotti al minimo: divieto assoluto per le navi del Nord di entrare nei porti nipponici, stretta ai viaggi tra i due Paesi, blocco ai trasferimenti di denaro eccetto per quelli sotto i 100.000 yen (770 euro), per ragioni umanitarie. Dagli Usa, poi, è arrivato l'allarme nucleare sul reattore di Yongbyon che potrebbe fornire materiale per confezionare a breve ordigni atomici: il direttore dell'intelligence, James Clapper, in un'audizione al Congresso ha detto che "la Corea del Nord potrebbe aver tenuto attiva la struttura abbastanza a lungo per il recupero di plutonio nel giro di settimane o mesi". I piani di Pyongyang, secondo gli analisti, vanno avanti a passo spedito: agli inizi di maggio si terrà il congresso del Partito dei Lavoratori, il primo negli ultimi 36 anni, con un "leader più forte che mai agli occhi della popolazione".(ANSA).

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Getty Images
Kim Jong-Un con alcuni ufficiali dell'esercito

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Redazione