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Corea del Nord: ecco come il Pentagono si prepara a un'invasione di terra

Ma le ali democratiche del Congresso paventano il rischio di un contrattacco con milioni di potenziali vittime da entrambe le parti

La possibilità che Seul - che ha 25 milioni di abitanti e si trova a poco più di cinquanta chilometri dalla zona demilitarizzata sul 38esimo parallelo - e alcune altre aree densamente popolate della Corea del Sud diventino obiettivi balistici di Pyongyang ha spinto il Pentagono, chiamato in causa da una lettera di due esponenti democratici del Congresso, a riflettere (e forse addirittura già a pianificare) sull’eventualità di un’invasione di terra per neutralizzare il programma nucleare nordcoreano.

Milioni di vittime potenziali

Lo ha fatto per bocca di un suo alto funzionario, l’ammiraglio Michael Dumont, che non ha omesso tutta la serie di controindicazioni, tra cui spicca un potenziale contrattacco, sia nucleare che mediante l’uso di armi chimiche e batteriologiche, durante il tentativo degli Stati Uniti di smantellare le sue “strutture sotterranee”.

Uno scenario “profondamente inquietante” che porterebbe a centinaia di migliaia o addirittura milioni di morti, soltanto nei primi giorni della battaglia, si legge in una dichiarazione scritta in risposta alle dichiarazioni di Dumont da una decina di parlamentari democratici, che hanno esortato il segretario di Stato, Rex Tillerson, a "mantenere la rotta" e cercare di risolvere la crisi con una soluzione diplomatica.

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Luciano Lombardi