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Contro l'Isis e gli altri terroristi: le donne nei servizi segreti

Ai vertici del Mossad in Israele due donne con identità top secret e un passato da "spie". Ma ci sono importanti casi anche in Italia

Il loro nome in codice è sconosciuto, le generalità sono top secret, di loro si conoscono solo le iniziali dei nomi: Y. e Sh. Sono le due donne appena nominate a capo di due divisioni del Mossad israeliano, tra i più potenti e temuti servizi segreti al mondo, in prima linea nella lotta all'Isis e al terrorismo islamico in genere, ma non solo.

Le nuove dirigenti andranno a ricoprire le posizioni di capo di due divisioni, che per questioni di riservatezza non sono state specificate ulteriormente, con incarichi che, come chiarisce il Jerusalem Post, equivalgono a quelli di generali al comando dell'intera Marina e Aeronautica. Siederanno nel consiglio direttivo del Mossad, un gradino sotto quello del capo indiscusso dell'organizzazione dei servizi segreti israeliani, Yossi Cohen, convinto fautore della loro promozione e del ruolo delle donne 007.

Chi sono le due 007 israeliane?

Non sono delle moderne Mata Hari, ma hanno capacità da far invidia ai più moderni James Bond. Sono state scelte, infatti, dopo aver dimostrato sul campo le loro abilità: come riferisce il giornale Yediot Ahronot, la prima ha ricoperto un ruolo importante nella gestione del manpower del Mossad, dunque a stretto contatto col personale interno all'organizzazione; la seconda, invece, è definita "esperta di terrorismo" e si sarebbe occupata delle relazioni internazionali, operando sotto copertura soprattutto fuori confine.

Solo alcune tra tante donne (ma il numero esatto non è noto, per ovvie ragioni) che lavorano proprio sotto copertura, per garantire la sicurezza nazionale di Israele, un paese che ha puntato molto sul "sesso debole" in ambito di spionaggio. Non a caso alcuni mesi fa era stato pubblicato un bando di reclutamento di nuove "aspiranti 007" israeliane, dedicato specificatamente alle donne "dal carattere eccezionale", come recitava il testo, nel quale era anche scritto: "Non ci importa cosa hai fatto finora, ci importa chi sei". Il bando, il primo nel suo genere, invitata potenziali candidate a contattare il sito mossad.gov.il.

Il ruolo e i compiti delle "spie" di Gerusalemme

Sono tante, ma il loro numero esatto non è noto (e neppure potrebbe esserlo). Secondo Yediot Ahronot,le donne sarebbero circa il 40% dell'intero personale dell'agenzia di spionaggio israeliana. Vengono scelte dopo un'attenta selezione per la loro spiccata affidabilità e maturità, perché a parità di età e formazione riescono a passare più inosservate.

"Noi prendiamo persone con un livello di intelligenza e con qualità iniziali identiche e constatiamo una superiorità operativa delle donne: la loro 'lettura' del terreno e' eccellente, come pure la analisi delle situazioni e la visione spaziale; tutto ciò in contrasto con gli stereotipi'' ha spiegato tempo fa l'ex numero 1 dei servizi segreti israeliani, Tamir Pardo, in una intervista al settimanale femminile Lady Globes, che riportava anche l'esperienza di cinque spies girls anonime.

Secondo Pardo, le donne superano i loro colleghi maschi anche nelle capacità tecniche, nella resistenza alla sofferenza, nella abilità a ''recitare'', e nella disponibilità a rinunciare al proprio ego pur di raggiungere l'obiettivo. Lo stesso Pardo non aveva escluso che un giorno una donna potesse scalare a tal punto la carriera da diventare il capo del Mossad.

L' (ex) agente più famosa a Gerusalemme

La più nota agente, ormai ex, dei servizi segreti israeliani è certamente l'ex ministra degli Esteri Tzipi Livni: laurea in legge, vanta un passato da 007 negli anni '80 proprio all'interno del Mossad, che la inviò a Parigi alla ricerca di terroristi arabi. Tra i compiti dell'agenzia di spionaggio, infatti, c'è la lotta al terrorismo, specie di matrice islamica, non solo in Israele, ma in tutto il mondo, con una particolare attenzione alla sorveglianza delle organizzazioni arabe presenti sul territorio.

Non è un caso che ora sia proprio Tzipi Livni, che ora siede nel Knesset, il parlamento israeliano, tra le fila del Zionist Union Party, a spingere perché il Mossad possa un giorno, non troppo lontano, essere affidato ad una donna. Nel commentare con entusiasmo la promozione di Y. e Sh alla guida di due importanti settori dell'agenzia di spionaggio israeliana, l'ex spia a sua volta ha notato che è la prima volta che questo tipo di incarico, tradizionalmente affidato solo a uomini, viene invece assegnato simultaneamente a due donne.

In effetti, nonostante le aperture al mondo femminile, solo un quarto delle posizioni-chiave del Mossad (24%) è ricoperto da donne. La posizione di maggior prestigio e responsabilità finora ricoperta da una 007 donna resta comunque quella di Aliza Magen, che è stata vice direttore del servizio.

E in Italia?

Anche nel nostro Paese ci sono donne che lavorano per i servizi segreti, sia come "analiste" che come agenti sotto copertura sul territorio, e ciò vale sia per l'AISI, l'Agenzia di Informazione e Sicurezza Interna, che si occupa di intelligence interna, sia per l'AISE, ovvero l'Agenzia equivalente per lo "spionaggio" estero.

A coordinarle c'è il DIS, il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza. Alcune di loro sono state protagoniste di azioni più note, come la cattura nel 2003 di Nadia Desdemona Lioce, esponente delle Nuove Brigate Rosse - Nuclei Comunisti Combattenti, che ha partecipato agli omicidi di Massimo D'Antona (1999) e di Marco Biagi (2002). La maggior parte, però, opera nell'ombra e non sempre riesce a conciliare una scelta di vita così drastica e impegnativa, con le più comuni aspirazioni di una donna, come quelle di costruirsi una famiglia.

Il reclutamento e le "doti" degli 007

Se fino a 10 anni fa il principale canale di reclutamento di nuovi agenti segreti italiani era rappresentato dal bacino delle Forze di polizia e delle Forze armate, con la riforma del 2007 (legge 124/2007) si è aperto alla possibilità di assunzione diretta, non necessariamente attraverso i dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Per questo sono stati organizzati diversi appuntamenti nelle università italiane, durante i quali sono stati illustrati i compiti dell'intelligence, per attirare nuovi giovani e nuove figure all'interno delle Agenzie. Sulla scia di quanto già accaduto in altri Paesi all'estero, si è puntato sugli atenei, sottolineando l'importanza delle competenze linguistiche e informatiche, nell'affrontare le sfide del terrorismo internazionale e della cyber security, aprendo auto-candidature.

Con l'ultimo avviso di ricerca online per reclutare nuove professionalità, in particolare da impiegare nel settore dell'Information and Communication Technlogy (ICT), tra il 16 novembre 2016 e il 31 gennaio 2017, data di scadenza della presentazione delle domande, sono giunte al sito www.sicurezzanazionale.gov.it poco meno di 4.000 candidature, poi sottoposte al vaglio e seguite da colloqui, con particolare attenzione all'affidabilità e professionalità dei soggetti. Non è noto il numero degli nuovi agenti entrati in forze ad AISI e AISE ma, come riporta il sito ufficiale del Governo, si è puntato su figure con competenze nel campo dell'analisi, nel settore tecnlogico-informatico, linguistico, geopolitico ed economico-finanziario.

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Eleonora Lorusso