Colombia: il Nobel Santos rilancia il negoziato anche con l'ELN
Nonostante la sconfitta nel referendum, il presidente si incontrerà a Quito coi rappresentanti del secondo gruppo guerrigliero del Paese
Il presidente Juan Manuel Santos, insignito la settimana scorsa del Nobel per la Pace, rilancia il processo negoziale in Colombia e chiede anche all'Esercito di Liberazione Nazionale, il secondo gruppo guerrigliero colombiano, di sedersi al tavolo delle trattative il 27 ottobre prossimo a Quito, in Ecuador, dove sono stati invitati come Paesi garanti il Cile, la Norvegia, Brasile, Cuba e Venezuela.
Obiettivo: giungere a un cessate il fuoco bilaterale e costruire le premesse della smobilitazione della fazione armata colombiana.
La trattativa con i vertici dell'ELN, un gruppo guerrigliero che tra le sue fila conta circa 3000 effettivi, era in realtà in corso da mesi e aveva come condizione preliminare posta dal governo la liberazione degli ostaggi ancora in mano all'ELN. Il rilascio di tre prigionieri, tra cui due giornalisti e l'ex sindaco di Charalá (Santander), Fabio León Ardila, è avvenuta nei giorni scorsi, dopo settimane e in alcuni casi mesi di prigionia nella selva.
Benché rimangano ancora altri ostaggi nelle mani della guerriglia, tra cui il parlamentare Odín Sánchez Montes de Oca, la liberazione dei primi prigionieri è stata interpretata dal governo Santos come un atto di buona volontà in vista dell'apertura del tavolo negoziale in Ecuador.
Per disposizione statutaria, a differenza delle Farc, l'ELN rifiuta di legarsi al narcotraffico
La vittoria del No all'accordo di pace con le Farc nel referendum non ha dunque fermato il piano di pace del governo Santos. A differenza delle Farc, che tuttora controllano circa il 30% del territorio colombiano, l'ELN controlla solo 92 municipi ed è diviso in tre-quattro fronti politico-militari nell'area orientale, quella nordorientale, quella sud-occidentale e nell'area occidentale del Paese.
L'ELN ha il controllo delle aree per lo più remote e difficilmente raggiungibili del territorio. Negli ultimi anni le sue operazioni politico-militari si sono diradate, limitandosi - i vertici dell'organizzazione guerrigliera - a mantenere il controllo delle zone già in loro possesso.
A differenza delle Farc, più marxiste-leniniste, l'ELN - che aveva un rapporto privilegiato col Venezuela chavista - ha sempre rigettato il modello sovietico e ispirato, nelle aree sotto il suo controllo, un modello economico e politico autoctono, sul modello zapatista. Per disposizione statutaria, a differenza delle Farc, l'ELN rifiuta almeno formalmente di legarsi al narcotraffico, anche se non sono mancati casi in cui il gruppo guerrigliero ha deciso di autofinanziarsi con il traffico di droga.