Cisgiordania: il rilascio di Vittorio Fera non spegne le polemiche
L'arresto di Fera, documentato dalla ONG filopalestinese
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Cisgiordania: il rilascio di Vittorio Fera non spegne le polemiche

Il fermo del militante italiano vicino a Ramallah riaccende le accuse contro la violenza dell'esercito israeliano

Vittorio Fera, 31 anni, attivista del Movimento di solidarietà internazionale, una organizzazione non governativa fondata nel 2001 da un gruppo di militanti palestinesi e israeliani che si battono contro l'occupazione dei Territori. Il suo arresto - documentato con una serie di scatti che mostrano il militante italiano mentre viene portato via dai soldati -  è avvenuto venerdì scorso durante gli scontri scoppiati a Nabi Saleh, un centro non lontano da Ramallah in Cigiordania.

Un arresto preventivo, prima del rilascio avvenuto stamane, tre giorni dopo, su decisione di un tribunale israeliano, considerata la debolezza delle prove a carico del militante. Quello che ha scatenato l'ira dei filopalestinesi è avvenuto qualche minuto prima che Fera fosse portato via venerdì dall'esercito con l'accusa di aver partecipato alla sassaiola contro i soldati che stavano presidiando un'area ad alto insediamento ebraico in Cisgiordania: un soldato israeliano - ripreso dalle telecamere - insegue e poi ferma un dodicenne palestinese con un braccio ingessato, colpevole secondo l'esercito di aver lanciato pietre. Gli stringe le braccia attorno al collo, con una forza al limite del soffocamento, prima che un folto gruppo di militanti palestinesi - donne e uomini, a mani nude - intervenissero in difesa del loro connazionale, costringendo il militare al rilascio del ragazzino. Non sono immagini inedite nei Territori occupati, divenuti negli ultimi decenni una delle mete preferite di quell'Internazionale europea che si batte a fianco dei palestinesi, partecipando spesso anche ai momenti più concitati degli scontri di piazza, con frequenti polemiche con le autorità di Tel Aviv.


Non tutte le versioni, però, collimano. Secondo il britannico Daily Mail, sono forti i dubbi sull’autenticità della scena. I palestinesi - secondo il Mail - avrebbero orchestrato l'aggressione. In particolare, la ragazzina che morde il soldato a una mano dopo l'arresto del ragazzino palestinese è un personaggio molto noto a livello internazionale. Si chiama Ahed Tamimi ed è stata  definita dalla stampa ebraica ‘Shirley la furia’. Divenne celebre nel 2012 per essere stata ripresa mentre si lanciava a pugni chiusi contro una pattuglia israeliana in Cisgiordania. Il fegato non le è mai mancato, tanto che fu il presidente turco Recep Tayyp Erdogan a consegnarle allora il ‘Premio Handala’ per il coraggio. È figlia di attivisti palestinesi nel villaggio di Nabi Saleh, “in passato finiti in carcere per aver istigato i giovani a lanciare pietre contro i soldati e organizzare marce senza permesso”, scrive ancora il Daily Mail. In qualche modo, che la protesta fosse organizzata non ci sono dubbi. "Ogni venerdì - ha ricordato il Movimento Internazionale di Solidarietà - la gente di Nabi Saleh protesta contro una colonia illegale ebraica costruita su terra del villaggio". 

 




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