Donald Trump
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Charlottesville, il comportamento ambiguo di Trump e la reazione repubblicana

In un balletto di dichiarazioni, il presidente statunitense prima condanna razzismo e suprematisti bianchi, poi ritratta. Suscitando una bufera, anche nel suo partito

Dopo gli scontri violenti tra suprematisti bianchi e antirazzisti in Virginia, a Charlottesville, Donald Trump ha dato vita a un controverso e criticatissimo balletto di dichiarazioni: prima ha usato parole poco dure che hanno scatenato la polemica, quindi ha corretto il tiro definendo "ripugnanti" suprematisti bianchi e neonazisti, e infine è ricaduto in uno spiazzante dietrofront. Spiazzati anche i compagni di partito, i repubblicani, che hanno reagito bacchettando il presidente degli Stati Uniti. 

Ecco la ricostruzione dei fatti. 

La prima dichiarazione di Trump

Sabato 12 agosto Charlottesville è stata teatro di una manifestazione di suprematisti bianchi finita nel sangue: un'auto si è scagliata contro il corteo antirazzista che si era creato per manifestare contro i suprematisti, uccidendo una donna e ferendo 19 persone. 

Successivamente, in merito ai fatti di Charlottesville il presidente degli Stati Uniti ha condannato la violenza arrivata da "più parti", in modo generico, senza fare diretto riferimento al razzismo, ai suprematisti bianchi e all'estrema destra, che lo hanno sostenuto durante la campagna elettorale.

Nei cortei di solidarietà alle vittime di Charlottesville, mossisi domenica 13 agosto in diverse città americane, si è protestato anche contro le parole ambigue di Trump. 

La dichiarazione che ha rettificato il tiro

Il 14 agosto Trump ha ceduto a 48 ore di pressioni, arrivate sia da destra che da sinistra, e ha finalmente condannato i razzisti chiamandoli per nome. Dalla Casa Bianca, dove era rientrato per una giornata interrompendo le vacanze, Trump ha definito l'attacco di Charlottesville "orribile", specificando che il Dipartimento di Giustizia ha aperto un'indagine e "sarà fatta giustizia".

"Come ho già detto sabato non c'è spazio in America per l'odio e l'intolleranza e come ho detto molte volte, non importa il colore della pelle, perché noi viviamo sotto la stessa legge, la stessa bandiera e siamo stati tutti creati dallo stesso Dio onnipotente. Siamo uguali di fronte a Dio, alla legge e alla Costituzione".    

"Il razzismo è il male", ha aggiunto il tycoon, e "tutti coloro che causano violenza in suo nome sono criminali e banditi, incluso i neo-nazisti, il KKK, i suprematisti bianchi e altri  gruppi di odio che sono ripugnanti per tutto ciò che ci è caro in quanto americani".

Il dietrofront di Ferragosto   

Neanche 24 ore di pace e Donald Trump è tornato sui suoi passi, attribuendo a entrambe le parti la responsabilità per le violenze avvenute in Virginia. 

In conferenza stampa a New York, nella hall della Trump Tower, il 15 agosto ha detto: "Che succede con la sinistra alternativa che ha attaccato quelli che voi chiamate destra alternativa? Non hanno alcuna colpa?". E ancora: "C'è stato da un lato un gruppo che si è comportato male e dall'altro un altro gruppo che è stato molto violento". 

A proposito del suo primo commento sulle violenze di Charlottesville, l'inquilino della Casa Bianca ha spiegato di non aver subito condannato i gruppi razzisti perché non conosceva tutti i fatti: "Non ho aspettato a lungo, volevo essere sicuro, a differenza della maggior parte dei politici, che ciò che dicessi fosse corretto, e non fare una dichiarazione affrettata".

Parole che, giusto per capire la lunghezza d'onda su cui si muove Trump, hanno avuto il plauso dello storico leader del Ku Klux Klan, David Duke: "Grazie presidente Trump per la sua onestà e il suo coraggio e per aver detto la verita' su Charlottesville condannando i terroristi di sinistra del movimento 'Black lives matter'". 

Le critiche del partito repubblicano

Come inevitabile, nuove critiche sono piovute sull'istrionico presidente statunitense, anche all'interno del partito repubblicano dove, dopo la conferenza stampa di Trump, alcuni vorrebbero condannare apertamente Trump.

Il numero uno del Congresso Paul Ryan ha parlato di "ambiguità morale" di Trump e ha affermato chiaro e tondo: "Su questo dobbiamo essere chiari, il suprematismo bianco è repellente, questo fanatismo è il contrario di tutto ciò che questo Paese rappresenta, non puòesserci ambiguità morale". 

Anche il senatore John McCain non ha usato mezzi termini all'indirizzo di Trump: "Non può esserci nessun paragone né equivalenza morale tra razzisti e americani che si alzano in piedi per sfidare l'odio e l'intolleranza. E il presidente degli Stati Uniti dovrebbe dirlo".

La condanna viene anche dal governatore dell'Ohio John Kasich, già rivale di Trump alle primarie del Gop: "Non può esserci posto nel partito Repubblicano per il razzismo, l'antisemitismo, l'odio o il nazionalismo bianco". 

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Redazione