Charlie Hebdo sospende le pubblicazioni
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Charlie Hebdo sospende le pubblicazioni

Il settimanale satirico non sarà in edicola nelle prossime settimane: la redazione ha bisogno di riposo

Se il numero 1.179, il primo dopo il massacro di 12 persone nella redazione di Charlie Hebdo, ha toccato i 7 milioni di copie, il numero 1.180 del settimanale satirico francese non vedrà la luce né il 4 né l'11 febbraio. Anzi al momento non esiste una data, ha spiegato Anne Hommel, responsabile della comunicazione di Charlie.

"Non è una rinuncia o un arretramento davanti alle minacce islamiste, ha aggiunto, ma un semplice problema di stress e stanchezza della redazione, provata dal massacro del direttore, Charb, e di altri 3 vignettisti, dai funerali e dalla fatica di pubblicare in condizioni estremamente difficli il numero dopo la strage".

Charlie Hebdo, la strage

Sul quotidiano Liberation, l'avvocato della redazione, Christophe The'venet, aveva spiegato qualche giorno fa che il gruppo ha "bisogno di tempo. Faranno il prossimo numero quando saranno in grado di farlo".

Per ora, bisogna decidere di molte questioni legate al futuro. "In un primo tempo, dobbiamo stare a casa: abbiamo bisogno di raccoglierci. Ora è il momento di riflettere individualmente e collettivamente", dice Ge'rard Biard, caporedattore di Charlie, spiegando che "c'è quello che ognuno ha voglia di fare per sé e poi c'è quello che abbiamo voglia di fare per il giornale (...) La sola cosa certa è che Charlie Hebdo continuerà".

Tra i punti già decisi, c'è la nomina come direttore del vignettista Riss, ferito durante l'assalto dei fratelli Kouachi. C'è poi la gestione della valanga di finanziamenti giunti dopo la strage: quasi 2 milioni di euro. A questo, si aggiungono gli introiti derivanti dall'eccezionale tiratura dell'ultima edizione. Soldi che andranno al giornale, alle famiglie delle 17 vittime, ma anche ad un "fondo di dotazione per aiutare i giornali satirici attraverso il mondo", spiega l'avvocato The'venet, sottolineando che "sarà un lavoro di lungo corso per creare un sacco di altri Charlie Hebdo nel mondo, per aiutare i cugini di altri Paesi. È la migliore risposta possibile".

Oltre ai soldi, Charlie Hebdo ha registrato ottantamila nuovi abbonamenti (prima dell'attentato erano appena diecimila). "È sicuro che tutto questo da molta visibilità - continua The'venet - oggi, il giornale ha i mezzi per continuare. Ora spetta alla redazione organizzarsi. Bisogna superare il trauma, misurare lo sforzo di ripubblicare il giornale tre giorni dopo l'attentato. Piangevano disegnando! Nessuno può uscire indenne da una cosa così". "Prima ancora di giornalisti e vignettisti si tratta di uomini e donne", conclude il legale. (ANSA)

In coda per comprare Charlie Hebdo

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Coda all'alba per comprare a Parigi il numero speciale di Charlie Hebdo

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