Carly Fiorina contro Hillary: una donna per i repubblicani
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Carly Fiorina contro Hillary: una donna per i repubblicani

"So come funziona l'economia". Ex Ceo di Hp, attacca duro la candidata democratica anche se nessuno scommette sulle possibilità di arrivare in fondo

Mi candido. Penso di essere la migliore scelta per il posto perché so come funziona l’economia. So come funziona il mondo e conosco chi lo abita”. Così Carly Fiorina ha annunciato ieri la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti, lato repubblicano, durante il programma “Good Morning America”, salotto televisivo della Abc.

Fiorina è la terza donna nella storia del partito repubblicano a correre per la presidenza, e l’annuncio ha messo l’acquolina in bocca ai commentatori che pregustano un inedito scontro per la Casa Bianca interamente al femminile.

Del resto, è la neocandidata a buttarla esplicitamente sullo scontro frontale con Hillary Clinton: il primo spot elettorale apparso sul sito della campagna si apre con l’ex candidata al Senato che guarda in televisione l’annuncio di Hillary.

Dopo pochi secondi afferra il telecomando e spegne la televisione, stufa della solita tiritera clitoniana.

La sessantenne Carly Fiorina è un volto noto della politica americana, ma non ha mai ricoperto un ruolo pubblico. Si è fatta strada nel settore privato, scalando posizioni manageriali in varie aziende fino a diventare amministratore delegato di Hewlett Packard, dove ha proposto e condotto la disastrosa fusione con Compaq, che ha portato al suo licenziamento nel 2005.

La peggiore gestione di una grande azienda
La sua gestione di HP è spesso citata dagli esperti di business come una delle peggiori della storia recente, ma la manager ha sempre saputo reinventarsi e tornare sulla scena: “Ho perso il mio lavoro nel modo più pubblico possibile e indovinate un po’? Sono ancora qui. Sono in pace e la mia anima è intatta”, ha detto qualche tempo dopo la cacciata.

Nel 2010 si è buttata nella campagna elettorale per un posto al Senato in California, perdendo di dieci punti contro la democratica Barbara Boxer. In quel periodo si era espressa a favore del referendum con cui la California ha rifiutato il matrimonio gay e ha criticato duramente la Corte suprema quando ha dichiarato incostituzionale il verdetto dell’urna. Prima della campagna le era stato diagnosticato un tumore al seno.

Risentimento verso i professionisti della politica
Ora ritorna sulla scena cercando di sfruttare l’ondata di sfiducia e risentimento verso l’establishment, vero i professionisti della politica e gli esponenti di immortali dinastie che si autoalimentano in quella monade avulsa dal mondo reale che è Washington. Fa la parte dell’outsider in un universo dominato da insider, al cui vertice sta Hillary, personificazione di tutti i vizi della politica americana.

"Hillary non merita la vostra fiducia"
“Non è degna di fiducia”, ha detto in diretta tv. Più velati, ma nemmeno troppo, i suoi riferimenti alla candidata democratica nella prima chiamata alle armi: “Se siete stanchi del vetriolo, della meschinità, degli ego, della corruzione; se credete che sia venuto il momento di finirla con la ‘identity politics’ e sia tempo per i cittadini di levarsi di fronte alla classe politica e dire ‘basta!’, allora unitevi a noi”.

Poche possibilità di arrivare in fondo
Realisticamente, le possibilità di Fiorina di arrivare in fondo alla corsa elettorale sono simili a quelle di Ben Carson e Mike Huckabee, altri due candidati repubblicani che questa settimana formalizzano la candidatura, ovvero prossime allo zero. Ma nel grande circo elettorale non si può mai dire, e un candidato donna che si presenta come l’anti-Hillary potrebbe trovare più consensi di quanto si creda.

Certo, dovrà d’ora in avanti evitare errori da principiante come quello commesso nel primo giorno di campagna: il suo team non ha registrato il dominio carlyfiorina.org, sul quale è immediatamente apparso un messaggio non proprio amichevole: “Carly Fiorina non ha acquistato questo dominio. Quindi lo userò per dirvi quante persone ha licenziato da Hewlett Packard”. Seguono trentamila emoticon tristi.

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Mattia Ferraresi