Boris Johnson e David Davis
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Brexit: ecco chi sono (o non sono più) i personaggi-chiave

Dai due ministri dimissionari ai rispettivi successori e le altre figure accanto e avverse alle strategie di soft Brexit del primo ministro Theresa May

DAVID DAVIS

Classe 1948, è stato per due anni - nominato dalla stessa May - ministro per la Brexit ed esponente di punta dell'euroscetticismo. In dissidio crescente con il primo ministro via via che quest'ultima "ammorbidiva" la sua posizione sull'uscita dall'Ue, ha dato le dimissioni.

JEREMY HUNT

Nominato successore di Boris Johnson alla guida del ministero degli Esteri, si è schierato fin da subito contro l'uscita dall'Europa e rappresenta pertanto una figura ideale per sostenere la May nella sua soft Brexit

Hunt, 51 anni, ministro della Sanità da quasi sei e al governo ininterrottamente dal 2010 (era stato in precedenza anche ministro dello Sport e responsabile dell'organizzazione delle olimpiadi di Londra 2012), entra subito in azione e dovrà occuparsi già questa settimana di un evento importante come la visita di lavoro del presidente americano Donald Trump in Gran Bretagna.

BORIS JOHNSON

L'istrionico cinquantaquattrenne politico, giornalista, blogger britannico con cittadinanza statunitense ed ex sindaco di Londra e volto del leave fin dalla prima ora ha lasciato la propra sedia agli Esteri, uno dei ministeri più prestigiosi e influenti di Westminster, dopo l'ennesimo contrasto con la strategia troppo poco incisiva del governo nella trattativa con Bruxelles per il distacco dall'Europa.

DOMINIC RAAB

Quarantaquattrenne, finora viceministro della Giustizia e in passato elemento di punta nel fronte pro-Leave durante la campagna referendaria del 2016, sarà il nuovo ministro della Brexit. Theresa May lo ha scelto, principalmente, per due ragioni: la sua esperienza e competenza nelle politiche economiche internazionali e il suo non essere stato coinvolto nella questione fin dalla prima ora. 

JACOB REES-MOGG

Quarantanove anni, è da sempre uno degli esponenti di punta della fronda più agguerrita degli euroscettici.

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Luciano Lombardi