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Borneo: chi sono i tre sub italiani dispersi in Indonesia

Sarebbero tre trentenni milanesi. Viaggiavano con un'agenzia specializzata molto nota. Ma ci sono dubbi sulla sicurezza: acque rischiose per il forte vento

Tre subacquei italiani e un belga sono dati da ieri sera per dispersi al largo dell'isola di Sangalaki, a est del Borneo in Indonesia. Sarebbero di Milano e si tratterebbe di Alberto Mastrogiuseppe, Michela Caresani e Daniele Buresta, tutti sui trent'anni.

Lo riportano il Corriere della Sera e il Giorno. Il quotidiano di via Solferino ha intervistato un'altra milanese che viaggiava con i tre sub, Valeria Baffè, che non si è immersa in profondità limitandosi a fare snorkeling. Dopo ore di ricerche è stata ritrovata la guida che ha condotto l'immersione. "Ha detto che li ha riportati su tutti - ha raccontato Baffè al Corriere - solo che le correnti in superficie erano così forti che si sono ritrovati lontanissimi dalla posizione iniziale dov'era la nostra barca". Ad occuparsi delle ricerche sono le squadre di soccorso della marina indonesiana della zona.

Altri due connazionali sono stati invece tratti in salvo in quello che, dalle prime ricostruzioni, appare un incidente causato dalle forti correnti e onde nell'area.

L'allarme è stato dato sabato 15 agosto intorno alle 19 dal conducente del motoscafo che in precedenza aveva portato il gruppo nei pressi dell'isola. All'ora concordata, nessuno dei partecipanti era tornato in superficie. Le ricerche hanno presto portato al ritrovamento della guida di nome Osland, apparentemente zoppicante.

Il tour operator che ha organizzato l'escursione e' la "Derawan Ocean Drive", un'agenzia specializzata in immersioni per l'arcipelago di circa trenta tra isole e atolli al largo della parte indonesiana del Borneo.

Dubbi sulla sicurezza

Rintracciato dall'ANSA, il proprietario Andrew Lioe non ha voluto commentare l'accaduto, spiegando di essere stato lontano dall'area in questi giorni. L'agenzia è nota tra gli appassionati che si spingono fino a questo remoto angolo di Indonesia, e raccoglie recensioni positive sul web. Tra di esse spunta però anche una dura critica ai suoi standard di sicurezza, con un'accusa diretta proprio alla guida Osland: quella di condurre subacquei inesperti al largo di isole dalle correnti non sicure.

Ed è proprio tale pericolo a essere considerato dai soccorritori la probabile causa dell'incidente. "Nella zona soffiava un forte vento dal sud. Non va bene per le immersioni", ha detto il responsabile Mugiono Balikpapan, spiegando che le ricerche sono coordinate con l'istituto meteorologico nazionale per cercare di capire la direzione delle correnti, nella speranza di ritrovare i dispersi, magari su isole circostanti. Eppure questa è la stagione ideale per le immersioni nell'arcipelago.

Il paradiso per i sub

Ieri, la temperatura era di poco inferiore ai 30 gradi con un cielo terso. Sangalaki e le isole circostanti sono famose per le loro acque cristalline, con fondali di 15-20 metri e coralli che fanno da habitat per centinaia di specie animali. A Sangalaki, in particolare, è possibile essere affiancati da mante grandi fino a cinque metri, delfini, tartarughe e banchi di pesci variopinti. E l'isola Derawan, punto di partenza per le escursioni, mantiene un fascino d'altri tempi, con poche centinaia di famiglie, senza automobili e con elettricità limitata alle ore diurne.

È per tali bellezze che l'Indonesia - un arcipelago di 17 mila isole - è una delle mete mondiali per le immersioni. Se per moltissimi è un'esperienza indimenticabile, gli incidenti sono rari ma non mancano: l'anno scorso, due subacquei giapponesi morirono in un'immersione al largo di Bali, e sempre li' altri due stranieri persero la vita nel 2012. Nel 2008, tre britannici rimasero invece dispersi per due giorni, finendo per essere salvati.  

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