Arabia Saudita: le urne si tingono di rosa
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Arabia Saudita: le urne si tingono di rosa

Per la prima volta le donne saudite potranno candidarsi e votare alle elezioni locali del 12 dicembre. Prove tecniche di emancipazione?

Un grande passo nella casa del profeta Maometto, un trionfo personale per Jamal al-Saadi. Professione insegnante, avvolta nel tradizionale Abaya nero, all'alba Jamal si è recata all'ufficio comunale della Mecca per registrarsi alle prossime elezioni locali, che si terranno in Arabia Saudita il 12 dicembre 2015. Jamal al-Saadi è stata la prima donna a registrarsi in tutto il Regno, segnando una svolta epocale per i sauditi: il voto alle donne adesso non è più una chimera, ma è realtà.

Nelle prossime quattro settimane tutte le donne della famiglia reale potranno registrarsi nelle liste elettorali, sia come candidate che come semplici elettrici. In realtà il decreto che permette alle donne saudite di votare risale al 2011, ma finora non era mai stato apllicato. Per la prima volta 284 consigli comunali in tutto il Regno vedranno la partecipazione attiva delle donne al voto, con tutto ciò che ne consegue.

L'Arabia Saudita è ancora molto indietro sui diritti delle donne. Secondo il World Economic Forum la condizione delle donne a Riad e dintorni ancora a fine 2014 era tra le peggiori nel mondo. Le discriminazioni contro il genere femminile pervadono ogni aspetto della società saudita. Le donne dipendono completamente dagli uomini. Non hanno il permesso di guidare e senza un'autorizzazione da parte dell'uomo di casa (marito, padre, fratello, zio, nonno che sia) non possono nemmeno recarsi dal dottore o prendere un taxi.

Come se non bastasse, le bambine di 13 anni possono essere costrette a sposare uomini di 50 anni o più su decisione delle loro famiglie di origine e non possono ribellarsi, non avendo alcun diritto. Tuttavia, nonostante il panorama deprimente, le ragazze saudite non si arrendono e sono fiduciose di riuscire un giorno a superare le discriminazioni imposte dalla sharia, la legge coranica. Decine di migliaia di loro hanno studiato all'estero grazie a borse di studio statali, e conoscono molto bene il mondo occidentale e la condizione delle donne al di fuori del regno saudita. 

Tuttavia, la notizia del permesso di voto alle prossime elezioni al momento non sembra aver scatenato una grande euforia. Il motivo è presto detto. Le registrazioni languono soprattutto nelle zone più lontane dalle grandi città, dove tante donne non sono informate sui loro diritti o non sono in possesso né di un documento di identità né di un passaporto. 

C'è da dire, però, che nella loro battaglia per i diritti e l'emancipazione le donne saudite possono contare anche sull'aiuto di alcuni uomini. Secondo il quotidiano Arab News i servizi di taxi Uber e Careem (quest'ultimo attivo in 18 città mediorientali), hanno offerto corse gratis alle donne che vorranno recarsi alle urne il 12 dicembre. Un chiaro messaggio di sostegno per tutte coloro che - senza l'autorizzazione dei propri mariti o congiunti uomini - non potrebbero materialmente recarsi ai seggi.

Insomma, qualcosa si muove in Arabia Saudita. Prove tecniche di emancipazione? Chissà. Dal voto alla guida il passo potrebbe essere breve. 

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Anna Mazzone