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Attentato ad Ankara: chi ha messo le bombe del 13 marzo

Sospetti sui terroristi curdi dei Tak, ala intransigente (e indipendente) del Pkk, ma non si escludono anche l’Isis e i marxisti-leninisti del Dhkp-c

Un altro attentato a Ankara domenica 13 marzo, con oltre 37 morti, forse molti di più.
È la terza volte in 5 mesi che la capitale della Turchia viene colpita.

Chi sono gli attentatori?

Mentre il governo ancora una volta sembra essere convinto della matrice curda, gli osservatori sono cauti e formulano almeno tre ipotesi.

I Curdi intransigenti

I Tak, “Falchi alati per la libertà” l’ala intransigente del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan), che ormai si muove indipendentemente dal gruppo dirigente del Pkk; Tak non crede in nessun tipo di negoziato con il potere turco indica apertamente nella lotta armata l’unico strumento per affermare i diritti dei Curdi.

È ormai abbastanza sicuro che i Tak siano i responsabili dell’ultimo attentato che ha preceduto questo, il 17 febbraio ad Ankara.

Questi attentati sarebbero risposte esplicite alla stretta del regime di Erdogan nel sud est della Turchia, che da quattro mesi combattono contro le forze ribelli curde, e hanno ucciso centinaia di guerriglieri.

L'Isis

Resta sempre valida in questi attentati l’ipotesi dell’Isis.

La Turchia, infatti, dopo anni di “tolleranza” e secondo alcuni osservatori addirittura di complicità, negli ultimi mesi è decisamente entrata nella coalizione anti-califfato, con attacchi ripetuti, almeno quattro, molto intensi, sotto l’ombrello Nato.

Dall’inizio del 2016 poi la polizia turca ha arrestato poco meno di mille sospetti militanti Isis; Isis considerato responsabile dell’attentato a Istanbul del 12 gennaio nel quale morirono 12 turisti tedeschi.

I marxisti-leninisti del Dhkp-c

Infine, i servizi di sicurezza di Ankara tengono in considerazione come possibili autori di questi attentati, anche il Dhkp-c, un’organizzazione marxista-leninista radicale, nata alla fine degli anni 70 e ostile “all’imperialismo americano e alla partecipazione della Turchia alla Nato”.

Negli ultimi anni il Dhkp-c è tornato allo scoperto, soprattutto con il rapimento del giudice mahmet Selim Kiraz, morto mentre le forze speciali turche cercavano di liberarlo. L’organizzazione ha anche rivendicato attacchi all’Ambasciata americana di Ankara e al Consolato di Istanbul nei mesi scorsi.

[Ap, Reuters, La Stampa]

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Luigi Gavazzi